Corropoli. I Flajiani scrivono alla Provincia per la situazione espropri
Provincia di Teramo
Settore B11 Ufficio Espropri
Piazza Garibaldi, 55
64100 Teramo
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Per conoscenza
Ecc.ma Corte dei Conti per la Regione Abruzzo
Via Buccio di Ranallo, 65/A
67100 L’Aquila
Oggetto: osservazioni al procedimento per l’approvazione, accertamento della conformità urbanistica, apposizione di vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità per il metanodotto allacciamento Comune di Corropoli DN 100, variante parallelismo Torrente Vibrata, nei Comuni di Corropoli e Colonnella e rifacimento allaccio centrale AGIP in Comune di Corropoli;
Preg.mi Sig.ri, la presente in nome e per conto dei sig.ri Flajani Alessandro e Francesco, interessati dall’avvio del procedimento di esproprio indicato in oggetto, da cui il Sottoscritto difensore ha ricevuto ampia procura per la tutela dei loro diritti e la formulazione delle presenti osservazioni.
Preliminarmente si fa presente che l’intera opera è inutile, dannosa e foriera, anche, di danno erariale. Si evince, ictu oculi, dallo stesso avviso del procedimento, prot. 47960 del 20/02/2013 della stessa Provincia di Teramo, che l’opera è necessaria perché «… interessato da fenomeni di erosione spondale.». Tutti i restanti lavori sono perfettamente effettuabili in quanto la SNAM è già titolare di diritto di servitù di passaggio e per lavori.
Sintetizzando: l’opera è richiesta perché la Provincia e/o il Genio Civile e/o il Consorzio di Bonifica e/o qualsiasi altro Ente Responsabile per l’erosione del Vibrata, non ottemperando ai propri doveri e competenze, disinteressandosi dall’effettuare i dovuti lavori di costruzione e/o manutenzione degli argini, fanno sì che le piene minacciano il metanodotto.
Anche lo spostamento di detto metanodotto è inutile in quanto, non risolvendo il problema alla radice: il Vibrata, con una sola piena, ben potrà “minacciare” nuovamente il metanodotto nella sede in cui si vorrà realizzare. Cosa faranno? Si procederà a nuovo esproprio per portare il metanodotto al pari della Strada Provinciale 259?
Lo spostamento del metanodotto è inutile perché il Vibrata non può essere lasciato a sé solo, senza la realizzazione di gabbioni a perfetta regola d’arte.
Alcuni anni or sono ruspe di notevoli dimensioni, lavorando nel greto del Torrente Vibrata, non hanno fatto altro che asportare la breccia dall’alveo e posizionarla sulle sponde, da cui i nefasti esiti avuti. Tali lavori, hanno comportato uno sperpero di denaro pubblico in quanto, non solo inutili, ma, addirittura dannosi. Dannosi perché hanno stravolto il letto del torrente, compiendo un vero e proprio “scempio” con nessun risultato, anzi proprio quei lavori hanno “rinvigorito” la forza della piena. Con tali lavori: hanno asportato la vegetazione spontanea sulla fascia ripariale desertificandola; hanno portato “a nudo” le radici degli alberi verdi, quindi li hanno fatti seccare, e le piante già secche non sono state asportate. Ovvero non si è provveduto alla normale “manutenzione” del corso d’acqua, come l’asportazione degli “eventuali” rifiuti (elettrodomestici e simili), degli alberi e rami secchi, quelli caduti ed ancora verdi, in ogni modo la rimozione di tutto ciò che è di ostacolo al normale deflusso delle acque. Da anni, da più posizioni, si chiede la costruzione degli economici e risolutivi gabbioni. Opere MAI PRESE IN CONSIDERAZIONE DA ALCUNO.
Per dovere di Giustizia e Verità si porta a conoscenza che i Flajani, in quasi trent’anni, hanno subìto:
- Raddoppio binari ferrovia;
- Variante Strada Statale 16, per circa un ettaro;
- Sottopasso ferroviario;
- Argine del Vibrata, per circa tre ettari;
- Depuratore consortile di Alba Adriatica/Martinsicuro, con il relativo ampliamento e realizzazione delle condotte fognarie, sia dai centri abitati che dalla zona industriale di santa Scolastica. Il solo depuratore ha espropriato per più di tre ettari;
- Realizzazione cantiere per la costruita autostrada A14;
- Autostrada A14 per circa sette ettari;
- Svincolo Autostradale Val Vibrata, per circa otto ettari;
- Metanodotto “dorsale Adriatica”, per una lunghezza di circa 1,5 Km, con fascia di rispetto di Mt. 60;
10. Due elettrodotti di 150.000 Volt, uno per circa 1,5 Km, più tre tralicci e relativa fascia di rispetto, ed uno da 20.000 Volt;
11. Realizzazione di adeguamento di innesto tra la S.P. 259 e la S.S. 16 (usato per meno di sei mesi). Ora riconosciuto in stato di abbandono;
12. Rotatoria di innesto tra la S.P. 259 e la S.S.16;
13. Previsione del raddoppio della SP 259.
Il tutto su una originaria estensione di 38 ettari circa. Ovvero un’occupazione o una espropriazione per “uso pubblico” ogni DUE ETTARI circa, asservendo il resto della proprietà.
L’ennesimo, ancor limitatamente prospettato, esproprio per pubblica utilità, con opera macroscopicamente, quisque de populo, inutile e dispendiosa, è l’ennesima aggressione nei confronti dei Flajani. Aggressione che, al pari delle altre precedenti, costringerà gli stessi espropriati ad adire, ancora una volta, le vie legali per vedersi riconosciuti i loro sacrosanti diritti negati dalle Amministrazioni. Diritti che, all’occorrenza, saranno richiesti in ogni sede giudiziaria, CEDU compresa, in cui si chiederanno le responsabilità personali dei firmatari degli atti. Firmatari, ad oggi, “al sicuro” dietro l’Ente procedente.
La tipologia dell’intervento, con gli annessi e connessi, ha tutto il sentore di un ennesimo quaerens quem devoret. Oltre ai pesanti danni patrimoniali, l’ennesima ed inutile opera per pubblica utilità, dovrà essere risarcita in tutti i suoi aspetti patrimoniali, e soprattutto non patrimoniali, al pari della recente giurisprudenza Italiana e CEDU.
Da ultimo, ma non per ultimo, il Dirigente del Settore, firmatario dell’avvio del procedimento, dott. Pietro De Camillis, è di già soggetto a regolare procedimento giudiziale, pendente presso il Tribunale di Teramo, incardinato dagli stessi Flajani, per querela di falso in quanto lo stesso dott. De Camillis ha dichiarato, in atti giudiziari, che i Flajani sono i proprietari di un “pezzo” dell’argine del Vibrata, così danneggiando gli stessi in altro e distinto procedimento giudiziale. Questa realtà, almeno per motivi di opportunità, avrebbe dovuto “spingere” il dott. De Camillis, ad astenersi dal procedimento in oggetto.
Con ogni più ampia riserva.
Colonnella, lì data di invio.
Stefano Flajani
Per accettazione e condivisione
Alessandro Flajani
Francesco Flajani