Grillini in Parlamento
FACCE PULITE
SENZA GUIDA
di Eden Cibej
Bisogna salutare con affetto i giovani del Movimento 5 Stelle che entrano in Parlamento. I giovani sono la componente più pulita e più autentica della società: studiano o lavorano per costruirsi un avvenire, animati sempre da ideali di giustizia vissuti con sincerità e passione. Capaci di sognare ad occhi aperti.
Ricordo con commozione una frase significativa di Dario Franceschini pronunciata durante le proteste delle scuole nei confronti del ministro Gelmini mentre si temevano interventi della Polizia: “Non si tocchi un capello agli studenti!”.
Uno Stato è alla fine quando colpisce i ragazzi delle scuole o dell’università: le loro voci, gridate con lo zainetto sulle spalle carico delle loro armi – libri e quaderni – meritano ascolto, dialogo e parole disinteressate; sempre, anche quando l’inesperienza e l’ardore della loro età li porta a dire quelle che essi stessi nel loro linguaggio definiscono “cazzate”.
Non bisogna dimenticare che la società politica degli adulti negli ultimi anni ha portato nelle Istituzioni una ragguardevole quantità di ladri, di imbroglioni, di zoccole di vario talento.
Finalmente arrivano anche loro, i giovani; inesperti, certamente, altrimenti non sarebbero giovani; ma persone con la coscienza pulita e desiderose di rinnovare, di cambiare un Parlamento divenuto una sorta di “rifugium peccatorum”.
Riconosco a Grillo il merito di un cambiamento nato da un disagio sociale arrivato al suo culmine; ma non mi appare come un rivoluzionario, piuttosto come un utilizzatore finale dell’altrui disperazione: dopo i “vaffa” – efficaci per organizzare il dissenso, non per affrontare i problemi delle famiglie – dovrebbe essere arrivato anche per lui il tempo della ragionevolezza, non dello sfruttamento a fini numerici dei gravi problemi che oggi richiedono urgenti iniziative di risanamento. Iniziative che hanno bisogno di competenza, di studio; cose ben lontane da chi azzarda la proposta di uscire dall’euro o di non pagare il debito pubblico: se queste due “idee” di Grillo venissero sostenute da uno studente agli esami di economia politica, la sua bocciatura sarebbe inevitabile; non solo, ma verrebbe trattato anche da somaro: posso affermarlo in tutta serenità e certezza avendo passato la maggior parte della mia vita nelle aule scolastiche e nell’università. Provi anche lui, Grillo, a presentarsi davanti ad una commissione di accademici ripetendo quanto afferma nelle piazze…
E’ certo che Grillo è il prodotto dell’ asfissiante potere delle nomenclature partitiche; potere giunto a livelli insopportabili. Ma questo chiamerà i giovani grillini in Parlamento a prove di responsabilità democratica che non metto in dubbio, ma che non vedo nelle recenti esternazioni di colui che dovrebbe guidarli. Egli sembra non aver capito che un attore deve limitarsi al palcoscenico, il solo luogo dove si possa fare scena. Quando poi si rientra nella vita quotidiana il ruolo deve essere quello dell’uomo; non potrà continuare a fare il comico, simpatico che sia, o abbandonarsi a gratuite espressioni offensive verso quelle persone che invece non stanno giocando con le Istituzioni, né con la sofferenza sociale.
Anche per questo il compito dei neo parlamentari si presenta impegnativo e difficile: alla loro cultura non appartiene di certo il linguaggio di chi risponde a proposte istituzionali con parole in disuso persino nelle vecchie osterie: dovranno, questi giovani, trovare il modo di differenziarsi, nelle forme e nei contenuti, da un leader che certamente non si dimostra in grado di rappresentarli, indifferente com’è al baratro dinanzi al quale è ridotto il nostro Paese.
Il popolo italiano dovrebbe anche ricordare che la soluzione dei problemi del lavoro non si trova né su internet, né tra gli attori del teatro comico, né sul banco degli imputati; semmai, tra i più accreditati professori delle università.