Italia. MEDIAZIONE CIVILE: l’Italia da prima e’ passata all’ultimo posto

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  • sarebbe certamente piu’ efficace l’esecuzione  dei crediti commerciali (senza attendere   oltre dieci anni per avere una sentenza  dalla quale spesso non se ne ricava nulla);
  • con la mediazione si semplificano l’esecuzioni degli accordi conclusi con buona soddisfazione per entrambe le parti (riducendo costi, tempi lunghi e burocrazia);
  • introducendo regole  “obbligando” al versamento di almeno il 10%  i “debitori temerari”  garantiti da cauzione da parte del creditore  che avviano la procedura di mediazione (attualmente in Italia  ed in Europa oltre il 60% dei crediti non viene recuperato);
  • modernizzando le procedure di insolvenze tra creditore e debitore attraverso la mediazione e l’arbitrato  significa non  andare  piu’ in tribunale, diversamente   cittadini ed imprese  non riuscirebbero a continuare l’attivita’. Cosa  che sta succedendo,  che e’ sotto gli occhi di tutti  ma che tutti fanno finta di non vedere e non sentire.  Occorre urgentemente eliminare l’eccesso di delega  rilevato.

L’Italia e non solo  è stata invitata dallU.E.   a potenziare ulteriormente  l’efficienza dei sistemi extragiudiziali e realizzare le riforme necessarie  in questo settore  nell’ambito dei programmi per la ripresa economica. Solo cosi’  si contribuisce  alla politica della ” giustizia per la crescita”.
E’  attraverso i  sistemi alternativi alla giustizia ordinaria  che puo’ avvenire una ripresa  economica, L’Italia quale primo Stato membro  ha scelto di incentivare finanziariamente: cittadini, imprese, enti pubblici e privati, per la partecipazione alla mediazione introducendo per alcune materie  requisiti obbligatori di mediazione, al fine  di contribuire ad una composizione delle controversie più efficaci e di ridurre il carico di lavoro dei tribunali. Ora di tutto si parla tranne che di questo. Per questo motivo invitiamo i cittadini a  potenziare con la loro firma  la petizione, che ne ha già raccolto migliaia che saranno presentata al futuro Parlamento. Il modello da firmare per la petizione è sul sito www.anpar.it