Altro che sorella acqua!
Uil Abruzzo
Acqua: dare seguito alla denuncia. Che dicono i Comuni?
La denuncia sui debiti accumulati dai soggetti gestori del Servizio Idrico integrato fatta dal Commissario straordinario per la riforma del Servizio Idrico Integrato Pierluigi Caputi non deve cadere nel vuoto. Le responsabilità sono individuate con precisione. Dalla Regione, a partire dal suo Presidente, ci aspettiamo il massimo impegno, ma ciò non è sufficiente, perché cruciale è il ruolo dei Comuni. Tante voci abbiamo sentito in questi giorni meno che quelle dei Comuni interessati.
Acqua pubblica sì, ma anche liberata dai costi della politica clientelare
La campagna sull’acqua pubblica del 2011 ha finito col mettere l’accento esclusivamente sulla dicotomia pubblico-privato mentre è rimasta nell’ombra la realtà della rete, clientelare prima che idrica, che in tanta parte del territorio nazionale e regionale ha trasformato l’acqua pubblica in partito dell’acqua: altro che la sorella acqua vagheggiata ai tempi del referendum! Onorare la volontà dei cittadini espressasi con il referendum significa anzitutto rimuovere gli ostacoli che impediscono una gestione industriale del servizio idrico.
Superare clientelismo, irresponsabilità e frammentazione
Più la parola governance diventa di moda, meno governance si vede. Se ogni soggetto, a cominciare dai Comuni, si tiene strette le proprie prerogative e titolarità, non si esce da una situazione che si dovrebbe convenire essere insostenibile. È necessario che i Comuni si aprano a logiche sovra-comunali per servizi quali gli acquisti, la gestione del personale, i bilanci, che vanno sottratti alla pressione clientelare della politica. Sarebbe bene che i Comuni accettassero forme di designazione congiunta con la Regione dei soggetti gestori.
Parliamo dei debiti fatti, ma anche degli investimenti non fatti
La situazione del servizio idrico è grave a causa dei debiti delle società di gestione dello stesso, ma anche perché si rischia che le risorse pubbliche si versano nel sistema, a cominciare dal quelle del FAS, servano a fare cassa invece che i necessari investimenti. Chiediamo trasparenza sull’impiego delle entrate da tariffa: in Abruzzo, nulla è così poco trasparente quanto l’acqua.
La Uil Abruzzo seguirà la vicenda affinché alle denunce seguano contromisure e ciascun ente assuma le responsabilità che gli competono.
Pescara, 8 aprile 2013
Per la Uil Abruzzo
(Roberto Campo)