Al Parco della Majella si cambia il direttore perché lavora troppo,
ma chi lo sostituisce sarà presente solo due giorni a settimana.
C’è qualcosa che non torna nella scelta del presidente Iezzi
Pescara, 27 Aprile 2013 – Si apprende che il Presidente del Parco nazionale della Majella Franco Iezzi ha deciso di revocare l’incarico di direttore a Teodoro Andrisano per “ristabilire i carichi di lavoro” che gravavano su di lui, che svolge dallo scorso 3 marzo anche il ruolo di Direttore facente funzione, oltre a quello di responsabile di altri due servizi all’interno dell’Ente parco.
Si apprende però, anche, che l’incarico sarà affidato ad un consulente esterno, che può garantire la presenza solo due giorni alla settimana. È difficile comprende la ratio di questa scelta, visto che dall’esterno non si è avuta alcuna impressione sulle presunte difficoltà operative del Parco. Al contrario si ha la sensazione che il presidente Iezzi voglia normalizzare la struttura amministrativa dell’Ente verso atti non condivisi dalla struttura stessa, come testimonierebbe anche il recente ritiro di un bando sulla comunicazione.
Legambiente sostiene che il presidente Iezzi stia, da alcuni mesi, agendo in maniera scoordinata e confusa sulla figura del Direttore, con il risultato di destabilizzare la struttura tecnica dell’Ente che presiede; è questa l’idea che l’associazione ambientalista si è fatta, sull’analisi del comportamento di Iezzi in questi ultimi mesi.
Lo scorso marzo è scaduto il contratto di Direttore a Nicola Cimini, che ha svolto questa funzione fin dalla nascita del Parco e, sebbene dopo 17 anni sia legittimo voler cambiare, non si comprende il motivo di espletare un bando di concorso per questa figura, sapendo che non si può procedere a breve termine alla individuazione del nuovo Direttore: al Parco nazionale della Majella manca, infatti, il consiglio Direttivo dal lontano 2007.
Il presidente Iezzi sa, o dovrebbe sapere, che è il Consiglio Direttivo ad individuare, sulla base di un bando pubblico aperto a soggetti abilitati alla professione di Direttore di Parco, la terna di nomi da sottoporre al Ministro dell’Ambiente per la scelta finale del nominativo ritenuto a suo giudizio più idoneo. Se così stanno le cose non si capisce perché Iezzi acceleri su una procedura che non può completare. Qual è la ragione di questa scelta?
Nonostante il suo incedere confuso e solitario, dal 3 marzo Iezzi ha, come da prassi consolidata e, nel caso del Parco della Majella, consigliata anche dalle valide competenze, individuato il Direttore f.f. in una figura idonea all’interno della struttura dello stesso Ente, in attesa di poter espletare il concorso. L’imprevista svolta che ora invece ha impresso al Parco, ammantata da lodevoli preoccupazioni sull’eccessivo carico di lavoro che grava sulle spalle del dott. Andrisano, paventa alcune contraddizioni e domande che è lecito porsi.
Perché, con un atto a nostro avviso illogico, il presidente Iezzi ricorre a un Direttore f.f. esterno all’Ente e ne giustifica la scelta con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, e poi si scopre che questa funzione è garantita solo per due giorni alla settimana? Il presidente Iezzi sa che se si dispone di una figura professionale adeguata a svolgere quel ruolo, com’è il dott. Andrisano, nella pubblica amministrazione non si può ricorrere a professionalità esterne? E se Andrisano è così oberato di impegni non si sarebbe potuto, ad esempio, valorizzare qualche altra figura professionale presente all’interno dell’Ente, riassegnando le funzioni dei diversi settori di cui era responsabile? O se infine, al contrario, il presidente non annoverava Andrisano tra le sue simpatie personali o non lo riteneva così idoneo all’incarico, non avrebbe potuto scegliere un Direttore f.f. tra gli altri dipendenti del Parco? Sarebbe certo stata una significativa prova di fiducia verso le qualità e le professionalità presenti all’interno dell’Ente.
Giudichiamo un atto illegittimo la scelta del presidente Iezzi di individuare un Direttore facente funzione non iscritto all’albo dei Direttori di parco nazionale, poiché viola la legge 394/91 che, sebbene vorrebbe essere modificata da molti, finché è in vigore deve essere rispettata anche dal presidente Iezzi. Consideriamo inoltre questa scelta ingiustificata, poiché rappresenta un atto di non fiducia del presidente Iezzi verso il personale interno all’Ente.
Siamo preoccupati, infine, di come il presidente Iezzi manifesti la sua sfiducia verso il personale dell’Ente che ogni giorno deve fare fronte a richieste, più o meno legittime, espresse da lobby territoriali che non hanno mai sopportato la massiccia azione di tutela messa in atto dal Parco contro speculatori vari, e aspettano con ansia di vedere aprirsi uno spiraglio di debolezza, per riproporre oscenità come il potenziamento degli impianti di risalita o nuove cubature di cemento.
Per tutte queste ragioni, Legambiente considera pericoloso il percorso messo in atto da Iezzi che, senza un confronto preventivo con la Comunità del Parco e le altre forze politiche e sociali del territorio, rischia di mettere a repentaglio il buon lavoro svolto fin qui dall’Ente, e per questo l’associazione ambientalista si rivolgerà al Ministero dell’Ambiente per chiedere di verificare la legittimità di quanto deciso al presidente con atti unilaterali.
Legambiente si appella, inoltre, alla Regione Abruzzo e alle altre istituzioni di ogni livello, oltre che alle forze politiche e parlamentari più sensibili, affinché vigilino sull’attuale fase che sta vivendo il Parco nazionale della Majella e si eviti che, chi non ha ben compreso la funzione che deve svolgere, confonda il ruolo di presidente di un Ente parco con quello di amministratore di altre esperienze che il territorio abruzzese ha visto fallire. Per noi è fondamentale salvaguardare l’integrità territoriale del Parco e la piena legalità delle azioni che compie l’Ente.