«Il Rag. Mauro Febbo, Assessore Regionale all’Agricoltura, fa citazioni in latino come “modus operandi” e usa la terminologia tecnico-giuridica di “giusta causa” tanto da sembrare dotato di adeguata preparazione accademica, eppure non riesce ad individuare la corretta fattispecie di tali erudite locuzioni, perché probabilmente carente di cultura di base.
Del resto, se non riesce nemmeno di fronte ad atti ufficiali, protocollati e divulgati, a dare una ordinata e logica sistemazione mentale alla cronologia degli avvenimenti perché accecato dall’odio o spinto dall’ostinata volontà di ergersi a difesa di chi è evidentemente responsabile del ritardo del dragaggio del porto di Pescara, forse ha qualche frustrazione personale più o meno grave che certo non riuscirà a risolvere solo sfogandosi contro il sottoscritto senza ricorrere ad altri rimedi maggiormente efficaci.
Ma ripercorriamo ancora una volta la cronistoria dei fatti: è vero che l’ARTA aveva concordato 15 giorni di tempo per presentare le controanalisi e validare gli ultimi dati analitici sui sedimenti del porto, fissando per il 22 marzo il termine ultimo di consegna della documentazione dopo che il Sottosegretario Improta aveva annunciato nella riunione del 6 marzo che l’impresa appaltatrice aveva inviato nello stesso giorno all’Agenzia i risultati del proprio laboratorio di riferimento; ma tali dati in realtà sono pervenuti all’ARTA il 27 marzo scorso – una serie di e-mail tra l’8 marzo e il 27 lo attestano -, quindi ignorando pure le festività pasquali i 15 giorni sarebbero scaduti oggi, 11 aprile, mentre com’è noto l’ARTA ha addirittura anticipato lunedì 8 la trasmissione della validazione al Provveditorato.
Si ribadisce che i dati diffusi con la relazione di validazione dell’ARTA sono ancora “ufficiosi” perché è stata la stessa ditta Geopolaris, incaricata dalla SIDRA, a trasmetterli all’Agenzia in modo informale, senza alcuna firma nè rapporti di prova a corredo che ne certifichino l’ufficialità.
Da ciò si comprende che è chiaramente irrilevante e superflua la dichiarazione rilasciata dal Sottosegretario Improta, secondo il quale il dragaggio non poteva iniziare senza la validazione dell’ARTA e che di conseguenza, senza dubbio in buona fede perché non aggiornato sull’evoluzione dei fatti, attribuiva all’ARTA stessa la responsabilità del mancato inizio del dragaggio.
Per le stesse ragioni è parimenti irrilevante la nota con la quale ho precisato che non potevo rispettare la tempistica stabilita inizialmente perché anche se nel frattempo i tecnici lavoravano ugualmente a pieno ritmo, e la conclusione della validazione lo dimostra, non era stata ancora sottoscritta la convenzione stipulata in effetti il 28 marzo ad attività già quasi ultimate.
Sulla serenità dell’Assessore Febbo per la querela da me annunciata poi nutro qualche dubbio dal momento che si è già preoccupato di trovare l’avvocato e guarda caso si tratta proprio del collega Carlo Costantini, che è stato querelato dal sottoscritto per lo stesso motivo e a questo punto immagino voglia difendere Mauro Febbo per difendere se stesso. Complimenti a tutti e due, non c’è che dire!
Per quanto riguarda infine la richiesta della mia rimozione dall’incarico di Direttore generale dell’ARTA che Febbo vorrebbe avanzare al Consiglio regionale (ma non è forse al corrente che la nomina e revoca di tale incarico è di competenza della Giunta di cui fa parte???), se l’Assessore dovesse davvero accertare danni alla marineria pescarese legati ai ritardi nel dragaggio, sono convinto che i pescatori non avrebbero certo bisogno della sua difesa in quanto sanno benissimo di chi è la responsabilità di questa infinita emergenza.
Piuttosto si preoccupi Febbo di trovare i ristori di cui la marineria ha diritto e non perda tempo a mettere insieme dossier a mio carico con prove inesistenti».
Mario Amicone, Direttore generale dell’ARTA Abruzzo
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