La Pasqua di Johan Sebastian Bach
L’ARTE DELLA FUGA BWV 1080
omaggio della ragione alla fede
nel momento supremo della morte
Basilica Cattedrale – Teramo – venerdì 5 aprile 2013 – ore 21,00
Casa Circondariale di Castrogno – Teramo – venerdì 5 aprile – ore 10,00
LA FUGA E’ UN’ARTE: NELLA CATTEDRALE DI TERAMO E PER LA PRIMA VOLTA NEL CARCERE DI CASTROGNO IL CAPOLAVORO INCOMPIUTO DEL KANTOR, NELLA NUOVA VERSIONE PER ORCHESTRA E CORO
Teramo, 3 aprile 2013
Una nuova versione per orchestra di 14 archi e coro del capolavoro incompiuto di Johann Sebastian Bach L’Arte della fuga, con l’aggiunta – secondo l’estremo volere dell’autore attuato dal figlio Carl Philipp Emanuel – del Corale Davanti al tuo trono BWV 668a, verrà eseguita a Teramo la sera del 5 aprile e anticipata la mattina dello stesso giorno presso la Casa Circondariale di Castrogno (per la prima volta nella storia L’Arte della fuga va in carcere), con l’intervento straordinario di Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo, che donerà alle note del Kantor una sua meditazione teologica dopo la Via Crucis di Mario Luzi.
Da Firenze, dove l’evento, molto voluto dell’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori è andato in scena il 24 marzo, domenica delle Palme, nella Basilica di Santa Croce (la mattina seguente presso il Carcere di Sollicciano – Firenze) viene replicato proprio a Teramo, il 5 aprile, grazie al sostegno della Diocesi Teramo – Atri, all’impegno di Mons. Michele Seccia e del Comune di Teramo.
La nuova versione si deve a Mario Ruffini, già ideatore del fortunato World Bach-Fest e autore del volume Johann Sebastian Bach. Lo specchio di Dio e il segreto dell’immagine riflessa, e ideatore di questo evento.
L’evento, ad ingresso libero, si avvale della direzione di Mario Ruffini, sul podio l’Orchestra da Camera “Benedetto Marcello” e il Coro della Virgola diretto dal M° Pasquale Veleno.
«È nostro desiderio, con questa iniziativa, portare nuova luce a un capolavoro che per oltre duecentocinquanta anni è stato letto solo come cattedrale della ragione. L’Arte della fuga si configura infatti come omaggio della ragione alla fede nel momento supremo della morte», dice Mario Ruffini. «Per tale motivo porteremo l’esecuzione anche in carcere, luogo di sofferenza che, pochi lo sanno, anche Bach dovette conoscere per un mese in prima persona. Bach arrivò a scrivere i suoi massimi capolavori Nella solitudine dei suoi ultimi anni: questo il messaggio per chi si trova in forzato isolamento».
È un evento, non un concerto: il direttore non indosserà il frack, non sono previsti applausi alla fine dell’esecuzione musicale.