Abruzzo. Movimento Città per Vivere: La “questione morale” in Abruzzo a 20 anni dalla strage di Capaci e di Via d’Amelio a Palermo.

Negli ultimi 20 anni in Abruzzo, anche sull’esempio ed in memoria dei Giudici Falcone e Borsellino, è stato fatto un grande sforzo per respingere i ripetuti tentativi di infiltrazione di alcune forme di criminalità politica, amministrativa e malavitosa rappresentate dalla corruzione, dal clientelismo, dal costo della politica e da distorte e incontrollabili modalità di gestione del denaro pubblico.

Il Movimento Città per Vivere ha più volte denunciato il fatto che in Abruzzo non hanno “mai” trovato la necessaria attenzione le annuali relazioni della Corte dei Conti su bilanci e attività degli Enti pubblici, Società strumentali, partecipate e controllate, sottoposti al suo specifico controllo.

Pur in presenza di evidenti situazioni “anomale” di cattiva gestione, sperpero di denaro pubblico e facile corruzione, le massime Istituzioni della Regione Abruzzo non hanno preso nella dovuta considerazione alcune “rare ed esemplari” iniziative di lotta alla corruzione ed alla criminalità politica e amministrativa.

Il bilancio di quanto si è verificato, e si verifica quotidianamente, su tutto il territorio regionale è “impietoso”: cattiva gestione delle Risorse idriche, dei Rifiuti Solidi Urbani, dei Trasporti, della Edilizia Residenziale Pubblica, della Sanità, senza alcuna “vera” ed effettiva riforma della gestione, riduzione dei costi della politica e degli sprechi dei circa 81 Enti strumentali, Società in hoausing, controllate e partecipate dalla Regione, dalle Province e dai Comuni.

La speculazione edilizia ed urbanistica è fuori dal controllo democratico, si abbatte su ogni spazio ancora libero, distrugge edifici storici, aree verdi di grande pregio, spiagge libere, parchi cittadini, giardini, e percorsi ciclo-pedonali protetti: anche in Abruzzo si è verificata una gravissima e colpevolemancanza di controlloche ha portato ad un progressivo degrado del territorio, della qualità della vita e della coesione sociale.

Sono, nel frattempo, esplose in tutta la loro crudezza forme nuove di criminalità, di violenza privata, di delitti efferati anche in quelle aree della nostra Regione considerate più tranquille e sviluppate, come quello dei coniugi Libero Masi ed Emanuela Chelli messo in atto a Nereto il 2 giugno di 8 anni fa, sul quale e sui colpevoli ancora in libertà è calato un “inaccettabile” velo di silenzio e di omertà.

Pio Rapagnà – ex Parlamentare

Roseto degli Abruzzi, 23.5.2013