Dichiarazione di Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto
Sicuramente ottime le considerazioni di Karin Enstrom, ministro svedese della difesa, su quale dovrebbe essere la direzione dell’Unione Europea in fatto di rapporti futuri fra NATO ed eserciti nazionali!
Giustamente si fa notare che il Trattato di Lisbona contiene già in nuce l’elemento fondativo di una necessaria difesa comune, laddove si specifica che gli stati membri sono vincolati ad intervenire nel caso in cui altri siano attaccati o risultino vittima di calamità naturali.
Naturalmente intraprendere questa prospettiva implicherebbe un periodo di convivenza del futuro esercito federale con la NATO ma, per evitare che si crei una sterile duplicazione come la stessa Enstrom afferma, è importante proprio che il nostro continente capisca che è indispensabile avere capacità di controllo e di comando, se non vogliamo trovarci impreparati di fronte alle grandi sfide globali che ci attendono. Niente è più pericoloso che crederci al sicuro, e proprio questa è la ragione fondamentale che fino ad ora ha impedito di procedere seriamente nella costruzione di una difesa federale.
Da una prospettiva di collaborazione rafforzata, d’altra parte, lo stesso capo della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha affermato in risposta alle parole del ministro svedese che non potrà mai esistere una politica estera credibile per l’ Unione senza i mezzi militari adeguati per supportarla.
Auspico che le nazioni europee decidano finalmente d’intraprendere questa strada, la sola sensata per rendere il continente europeo indipendente e stimolare ricerca e innovazione, considerato che negli Stati Uniti circa l’80% della ricerca è finanziato dal Pentagono.