Consulta Rom. Il sindaco avvia gli incontri per la istituzione.
Attivati dal sindaco Francesco Mastromauro, che ne aveva assunto l’impegno in occasione del simposio tenuto dai radicali al Kursaal lo scorso 20 aprile, i primi contatti per l’istituzione della Consulta Rom, tesa a favorire l’integrazione valorizzando al contempo la storia, la tradizione e la cultura del popolo Romanì.
“Con la sua istituzione Giulianova, almeno da quel che mi risulta, sarebbe la prima città abruzzese, ed una delle poche in Italia, tra le quali Milano dove è nata nel giugno 2011, ad avere una Consulta Rom. Con questo organismo – dice il sindaco – si cercherà di dare contenuti a reali politiche di convivenza in armonia con le direttive comunitarie coinvolgendo una pluralità di soggetti ed enti, tra i quali la Caritas diocesana con la quale l’Amministrazione comunale ha collaborato nel 2012, e ancora quest’anno, con il progetto “Gli uomini si liberano insieme”. Non vanno sottaciuti, però, come vi siano stati e continuino ad esserci problemi sotto il profilo dell’ordine pubblico che non da ora hanno generato un forte allarme sociale. Ricordo in proposito – prosegue Mastromauro – che nel 1987 l’allora sindaco Franco Gerardini decise insieme con la Giunta di formalizzare l’attività del Gruppo Operativo Territoriale sulla devianza, già operante dal gennaio 1986, con particolare attenzione ai Rom posto che, come si sottolineò nella delibera istitutiva, “Giulianova, per caratteristiche intrinseche dovute alla plurigenerazionale presenza di gruppi nomadi, si caratterizza come Comune in cui la tensione sociale relativa ai minori presenta elementi di preoccupazione”. Proprio per superare quella tensione sociale, ventisei anni fa, con grande lungimiranza, si decise di coinvolgere l’AIZO, l’Associazione Italiana Zingari Oggi, nonché Nazzareno Guarnieri, attuale presidente della Fondazione Romanì Italia. Con la Consulta – conclude il primo cittadino – è nostri auspicio conseguire tre importanti obiettivi: integrazione mediante conoscenza e valorizzazione della cultura Romanì, dialogo e, quindi, superamento delle conflittualità nel segno del rispetto delle leggi. Che, ovviamente, devono valere per tutti”.