Approvato il bilancio 2012 della Cerrano Trade srl che si chiude con utile di 23 mila euro di utile, di cui 20 mila saranno restituiti all’AMP per finanziare le attività di gestione, i rimanenti 3 mila saranno destinati a pareggiare la perdita più o meno corrispondente del 2011.
La società Cerrano Trade Srl è stata costituita nel 2010 con Socio Unico rappresentato dal Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, dando seguito agli appelli che il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare ha rivolto a tutti i gestori di area protetta affinché si attuino politiche di autofinanziamento attraverso le attività commerciali che possono mettersi in atto.
Qualunque utile viene prodotto nel bilancio della Cerrano Trade diviene entrata per il socio unico della stessa società, cioè per il Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta.
Dal 2012 la Cerrano Trade è amministrata dal Presidente dell’AMP Torre del Cerrano Benigno D’Orazio, che da una perdita di 4mila euro conseguita dalla società nel 2011 è riuscito a realizzare un saldo di ben 27mila euro.
“E’ un risultato lusinghiero – ha dichiarato D’Orazio – a conferma della validità dell’impostazione che ci siamo dati con la costituzione della società commerciale, la quale, se supportata e ben gestita, può costituire uno straordinario strumento di autofinanziamento del Parco”.
“Peraltro, – ha aggiunto il Presidente dell’AMP – se gli enti avessero dotato l’Area Marina Protetta e la società commerciale di tutti i beni e servizi già a suo tempo deliberati, in particolare le concessioni balneari definitive a Pineto e a Silvi, potremmo realizzare quello che fino a qualche tempo fa poteva essere solo un sogno: il Parco a costo zero per le comunità locali, in specie i cittadini di Pineto e Silvi”.
Non a caso lo scorso anno c’è stato il riconoscimento ministeriale sull’efficienza gestionale. L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano si è collocata al 2° posto assoluto nella classifica delle 32 aree protette. Il Parco marino sì è così candidato a diventare una sorta di modello gestionale delle aree protette: il “modello Cerrano”, utilizzabile e realizzabile anche in altre realtà.