Teramo, 9 Maggio 2013
L’economia teramana che sta vivendo, come nella generalità dei comuni italiani, un momento di profonda crisi, ha nel turismo una opportunità di ripresa che deve assolutamente essere sfruttata.
Ora più che mai dobbiamo essere tutti a fianco del Presidente della Gran Sasso Teramano S.p.a., Marco Bacchion, il quale sta portando avanti un’opera di salvataggio degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Prato Selva, con un impegno ed una devozione assoluta e questo – non va sottaciuto – senza percepire alcuna indennità.
Il grave problema è costituito dal fatto che, seppur dovessero arrivare finalmente i fondi FAS tanto agognati, questi ammonterebbero a circa 11.400.000,00 euro dei quali, ben 11.000.000,00 dovrebbero essere destinati alla copertura del debito nei confronti della Banca Unicredit; 2.500.000,00 euro dovrebbero essere restituiti alla Regione Abruzzo, perché frutto di un finanziamento incompatibile con gli stessi Fondi Fas.
Incombe, altresì, sulla Gran Sasso s.p.a., un decreto ingiuntivo di € 650.000,00 emesso dal Gruppo Doppelmayr – leader mondiale nel mercato funiviario – ed altri € 150.000,00 per debiti di varia natura.
Sappiamo che entro il 10 settembre prossimo si dovrà presentare un progetto per la sistemazione della sciovia “Doppio jolly”, la quale è giunta ormai a scadenza di utilizzo. Ricordo, che la medesima sciovia produce da sola ben il 70% del fatturato dei nostri impianti di risalita invernali, visto che attorno ad essa orbitano tutte le scuole di sci, quindi è facile comprendere come la situazione sia a dir poco preoccupante.
La Camera di Commercio di Teramo e l’Ente Provincia hanno già compiuto degli immensi sforzi per cercare di risolvere la situazione della Società e per scongiurare la chiusura degli impianti, di certo, non è concepibile pretendere che essi compiano altri sacrifici.
A tal uopo facciamo appello a tutte le forze politiche ed, in maniera particolare, ai membri della Regione Abruzzo affinché si possa costituire una vera e propria “cordata” atta a scongiurare la chiusura degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Prato Selva. Bisogna capire finalmente che è il Turismo l’unica leva che, non solo a livello regionale, ma anche su un piano nazionale, può risollevare le sorti di una crisi che sta divenendo stagnante.
Giorgio D’Ignazio