Pietre che parlano, pietre che suonano, pietre che rappresentano
Ripattoni In Arte 20-28 luglio – Borgo di Ripattoni, Bellante
Gli uomini, è noto, sono fatti prevalentemente d’acqua ma gli abruzzesi sono fatti anche di pietra. Lo hanno voluto gli Dei. Quando la giovane e perseguitata Maja, natura divina e regina d’India, arrivo da acque lontane per approdare su queste terre, dopo una notte carica di prodigi, trasformò se stessa e il piccolo figlio, morto per gli stenti del viaggio, in due maestose montagne: la Maiella e il Gran Sasso. A queste pietre che si specchiano sul mare, che così tanto caratterizzano e definiscono l’identità, l’umore e la storia degli abruzzesi, è dedicata quest’anno Ripattoni In Arte: pietre che parlano, pietre che suonano, pietre che rappresentano.
La Pro loco di Ripattoni e Bellantarte le associazioni che da alcuni anni riempiono di voci, suoni e tendenze dell’arte contemporanea le vie e i palazzi del delizioso borgo nel comune di Bellante – che da solo merita una visita , magari al tramonto per farsi accarezzare dal sole sul belvedere – – si è affidata alla direzione artistica di Gianni Melozzi per scrivere una pagina che è, al tempo stesso, una ricerca filologica sull’identità di territorio e un sorprendente crossover fra passato e presente, fra presente e futuro.
La manifestazione è stata presentata questa mattina alla sala San Carlo del Comune di Teramo – la direttrice dei Civici Musei, Paola Di Felice, ha curato gli allestimenti delle mostre di Palazzo Saliceti – alla presenza del sindaco di Bellante, Mario Di Pietro, del sindaco di Pietracamela, Antonio Di Giustino; dell’assessore comunale di Teramo Guido Campana, dei rappresentanti dell’associazione Bellantarte – Fabienne Di Girolamo e Amalia Di Sante – del presidente della pro-loco Luigi Sbei.
Il direttore artistico Melozzi parte dalla pietra scegliendo due artisti che alla pietra hanno affidato messaggi e suggestioni lasciando un segno, è il caso di dirlo, nel mondo dell’arte moderna e contemporanea: il teramano Guido Montauti (Pietracamela 25 giugno 1918 – Teramo 14 marzo 1979) con le sue pitture rupestri e lo scultore, ma è una definizione di maniera e quindi riduttiva, Pinuccio Sciola (San Sperate, Sassari 1942) che le pietre le fa addirittura suonare.
Di pietra e pietra madre parlano le mostre fotografiche di Valentina Di Quinzio, Guido Ramini e Graziano Scandurra. Protagonista ancora la Pietra nella collettiva organizzata dagli artisti di Bellantarte – che però propongono altre due mostre, una tutta dedicata agli artisti teramani, un’altra che si svilupperà nelle vie del borgo con delle personali – e sulle pietre dei palazzi del borgo rimbalzeranno le parole degli scrittori Fabrizio Ghilardi e Nicoletta Bazzano e quelle dei visitatori che attraverso l’hastag di twitter – gestito dagli studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo – potranno interagire con gli ospiti e aggiungere una “pietra” ad una rassegna che si presenta davvero come un’opera collettiva composta da molte voci e da tanti segni, alcuni dei quali nasceranno, in diretta, “dentro” la manifestazione.
Non è un caso ma una scelta.. Quest’anno è il cinquantenario del Manifesto del Pastore Bianco di Guido Montauti; nel 1963, con una presa di posizione culturale rivoluzionaria – il Corriere della Sera gli dedicò un’intera pagina – l’artista teramano diede vita ad una esperienza di pittura collettiva alla quale aderirono Alberto Chiarini, Diego Esposito, Pietro Marcattili e il pastore Bruno Bartolomei, i quali rinunciarono all’autonomia della firma per dedicarsi ad una pittura collettiva nei cicli rupestri delle grotte di Segaturo (nei pressi di Pietracamela).
La mostra,a Palazzo Saliceti, proporrà una significativa rappresentanza di questo fervido periodo artistico, anche grazie alla collezione privata della Famiglia Montauti, con opere mai esposte. Nei saloni di Palazzo Saliceti troveremo anche le creazioni di Pinuccio Sciola, un artista sardo che la pietra “la suona”: mentre lavora, dalle sue pietre, come se fossero un arpa “esce una melodia cristallina che trasferisce grandi emozioni quasi richiamando lo scorrere dell’acqua, quella pura che scende dal nevaio, quella che gocciola, quella che salta e gorgoglia nei torrenti”.
Non ci saranno solo le sue opere a Ripattoni ma ci sarà anche lui con una esibizione (il 26 luglio) da guardare e ascoltare per tornare alla nostra antica fattura di umani abruzzesi: acqua e pietra.
Delle mostre scrive la Di Felice: “Pietra come sonorità, pietra come anima di un’umanità disperante, pietra come forma da osservare con l’occhio del fotografo. La pietra sempre protagonista, all’ombra del Gran Sasso, sia che si carichi di sostanza attraverso il magma cromatico di Montauti, sia attraverso le sonorità scaturenti dalle incrostazioni primordiali che di quest’epoca conservano l’eco dei ruscelli, il boato rotolante dei sassi, lo scoppio delle bocche dei vulcani; sia che attraverso l’occhio di artisti-fotografi si penetri nella massa e si contempli il suo essere. Pietra, roccia, montagna per tornare alle origini, per annusarne nella sua forma l’acre profumo dell’esistenza. Perciò Palazzo Saliceti ospiterà circa 70 opere di Guido Montauti e più di una decina di piccole pietre, sottolineate nella forma da brevi ma sottili pennellate.
Pino Sciola si esibirà, lasciando scaturire da due sue sculture la sonorità dell’universo; mentre un po’ più distante, l’esposizione di opere fotografiche connesse alla pietra seguirà l’occhio dei fotografi nella loro scoperta”
Sono molte le collaborazioni che la Pro Loco e Bellantarte, quest’anno, hanno voluto attivare con l’obiettivo ideale di lanciare un messaggio che prima ancora che culturale è sociologico: il territorio nel quale viviamo è ricco di idealità, di luoghi, di creatività ed esperienze che insieme si arricchiscono.
Ecco quindi la sinergie con il Comune di Pietracamela, il borgo montano dove Montauti, con le sue opere rupestri, ha segnato un pezzo dell’arte moderna; con il Comune di Teramo – dove Montauti ha vissuto a lungo – che con l’esperienza condotta nella gestione dei suoi musei è parso un mentore ideale nella “costruzione” degli allestimenti; con l’Università di Teramo che con gli studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sperimenta nuovi media e nuovi strumenti di divulgazione e presenta il docu-film dedicato al borgo di Ripattoni. Infine ma non ultimo la “colonna sonora” di tutta la manifestazione: quella scelta dalla Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” di Teramo e dall’Istituto Musicale Braga che per questo evento hanno selezionato brani, opere ed artisti.
Ogni sera, dalle 21.30 appuntamento con la musica, da segnalare, fra le molte esibizioni in programma, la “Word’Atmospheres Orchestra” di CLAUDIO AZZARO & STRINGS QUARTET ; le esibizioni della Picccola orchesta di clarinetti del Braga (nata da un’idea dei maestri Federico Paci e Romeo Petraccia) l’ensemble di ottoni con “Ottoni sotto le stelle”. Sonorizzazioni spaziali e “spleeping concert” con il duo Bonomo-Scenna.
Grazie alla Pro Loco di Ripattoni, dopo l’anima e lo spirito, si potrà rinfrancare anche il corpo con un percorso enogastronomico tutto “a chilometro zero”.
BellantArte, promotrice di Ripattoni in Arte, è un’associazione artistica e culturale senza scopo di lucro; nasce nel 2005 da un’idea del pittore e maestro Nicola Sorgentone, dei pittori Claudio Di Gennaro e Luciano Marinelli ; subito dopo si aggiungono il pittore Sergio Di Mattia, lo scultore Tonino Macrì e Nicola Biondi “Artista del collage filatelico”.
A Nicola Sorgentone è intitolato il concorso di pittura contemporanea che si svolgerà il 23 luglio ( la premiazione è prevista il 26 luglio) e l’associazione curerà anche i laboratori di pittura che prenderanno vita ogni pomeriggio nel borgo. In tema di laboratori ve ne sarà anche uno dell’assozione Ekoe “riciclando”.
Teramo 12 luglio 2013