Abruzzo. Risoluzione PRC su qualità delle acque in Abruzzo. Prendere atto fallimento Goio, Caputi, Sorgi Qualità delle acque essenziale per turismo

Risoluzione PRC su qualità delle acque in Abruzzo. Prendere atto fallimento Goio, Caputi, Sorgi

Qualità delle acque essenziale per turismo

Martedì 6 agosto si terrà una seduta straordinaria del Consiglio regionale con all’ordine del giorno “Stato della depurazione e qualità delle acque in Abruzzo”.

Faccio presente che è inutile fare buone leggi su naturismo o “albergo diffuso” se non si tutela il nostro territorio e il nostro mare da cementificazione e inquinamento.

A fronte dei dati emersi sulla qualità delle acque dei nostri fiumi credo che sia necessario e indispensabile cominciare a praticare un po’ di quella meritocrazia di cui si riempiono la bocca gli esponenti politici senza mai tradurla in fatti concreti.

Per questo martedì presenterò una risoluzione (che allego) con la quale – dopo aver ricostruito il quadro decisamente sconfortante dei dati sui nostri fiumi – chiedo che si modifichi radicalmente la governance e che il commissario Goio, l’ing. Caputi e l’architetto Sorgi siano destinati ad altri incarichi.

Le responsabilità delle società di gestione del servizio idrico integrato e dei comuni sono fortissime, ma non possono diventare un paravento dietro il quale nascondere quelle di chi aveva ed ha il ruolo di governance complessivo del settore.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

Risoluzione

SITUAZIONE FIUMI ABRUZZESI

Premesso che

l’Unione Europea ha stabilito con la Direttiva 60/2000/CE “Acque” che entro il 2015 tutti i fiumi devono raggiungere lo stato ambientale definito “buono”, entro il 2008 dovevano raggiungere almeno lo stato “sufficiente” e comunque non peggiorare il proprio stato di qualità;

Il monitoraggio dei corsi d’acqua viene svolto dal 2004 dall’ARTA che ha una rete di oltre 100 stazioni di campionamento lungo i fiumi della regione;

nel 2011 l’Abruzzo non solo non coglie l’obiettivo già fissato per il 2008, con oltre il 35% dei punti di campionamento al di sotto della classe “sufficiente” (quindi pessimo o scadente) ma vede aumentare i modo vertiginoso i casi classificati nella categoria peggiore sulle 5 possibili;

ben il 10% (12 su 118) delle stazioni monitorate nel 2011 è risultato nella classe “pessimo” mentre nel 2009 erano 3 e nel 2008 solo 1;

rispetto al 2009, prendendo in esame esclusivamente le stesse 88 stazioni che sono state campionate in entrambi gli anni, il 38% è stato declassato mentre solo il 4% ha visto migliorare la categoria di qualità. il restante 58% è rimasto invariato;

tra il 2009 e il 2011 i due principali fiumi abruzzesi, il Sangro e l’Aterno-Pescara, hanno visto peggiorare la loro qualità, il primo da “buono” a “sufficiente” e “scadente” (significativamente il tratto che scorre nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise!) e il secondo da “sufficiente” a “scadente” (tranne una sola stazione nella classe “sufficiente”);

l’obiettivo di raggiungere lo stato “BUONO” entro il 2015 imposto dalla Direttiva Acque 60/2000/CE si sta allontanando sempre di più, visto che il trend è in peggioramento e ormai il 68% delle stazioni di campionamento non è nella classe “BUONO”;

considerato che

la situazione dei fiumi abruzzesi è ormai un’emergenza che si fonda sui problemi connessi alla mancata depurazione degli scarichi e sull’eccessiva captazione delle acqua per scopi irrigui, idroelettrici e industriali;

lo stato pietoso di molti fiumi nelle aree a maggior valore turistico della Regione (Parco d’Abruzzo, costa teramana e chietina) è potenzialmente foriero di un gravissimo impatto sull’economia regionale;

questi dati evidenziano il fallimento di un’intera classe dirigente, sia a livello delle strutture regionali sia per quanto riguarda le aziende chiamate a gestire il Servizio Idrico Integrato, che comprende la depurazione;

la Giunta Regionale nel 2010 ha varato, tra le fortissime contestazioni dei soli ambientalisti e di pochi comuni (Fossacesia e Farindola) e sostanzialmente senza un dibattito nella società abruzzese e nel Consiglio regionale, un Piano di Tutela delle Acque dai contenuti del tutto inaccettabili sia per le norme palesemente dilatorie per il raggiungimento della stato di qualità “buono” (per molti fiumi rimandate al 2027!), sia per quelle vantaggiose per i grandi concessionari dell’idroelettrico a scapito degli interessi dell’ambiente e del comparto turistico;

il Piano di Tutela delle Acque ha visto incredibilmente il passaggio favorevole per la Valutazione di Incidenza Ambientale in Comitato CCR-V.I.A. nonostante la chiara insufficienza (e, per taluni aspetti relativi al Deflusso Minimo Vitale e il cosiddetto hydropeaking, anche una evidente pericolosità) delle norme ivi previste per la tutela dei corsi d’acqua a maggiore importanza naturalistica della Regione;

appare discutibile il comportamento degli uffici del Genio Civile e dell’Autorità di Bacino che continuano ad istruire, anche con pareri positivi, procedure amministrative per la concessione di nuove derivazioni e captazioni, anche su fiumi ormai ridotti praticamente al collasso;

l’Ing. Pierluigi Caputi, che già aveva da moltissimi anni una posizione di grande responsabilità all’interno della struttura regionale per quanto riguarda la gestione delle acque (sia per il suo ruolo nel Comitato VIA regionale, sia come Direttore della Direzione Urbanistica, beni ambientali e parchi sia come Direttore della Direzione lavori Pubblici e Ciclo Idrico da cui dipende il Piano di Tutela delle Acque e il coordinamento di tutte le azioni relative al comparto idrico), nominato nel 2008 anche Commissario dell’ATO per il Servizio Idrico Integrato, ad oggi non pare poter vantare risultati gestionali positivi;

il Commissario Delegato nominato fin dal 2006 (ben 7 anni fa!) per la gestione dell’emergenza del Fiume Aterno-Pescara, Adriano Goio, non sembra aver ottenuto risultati;

per tali ragioni il WWF ha deciso di chiedere un intervento alla Commissione Europea affinché persegua l’Italia per la situazione dei fiumi abruzzesi e la mancanza di un’adeguata gestione della depurazione nonché di una corretta gestione delle procedure connesse al rilascio delle concessioni di derivazione delle acque, Inoltre, dopo aver inviato già un esposto sulla situazione economica-finanziaria delle aziende di gestione delle acque a tutte le procure, ha annunciato l’invio alla Magistratura di un esposto specifico allegando un “dossier” affinché si valutino le eventuali responsabilità delle diverse situazioni specifiche,

Il Consiglio Regionale

impegna Presidente e Giunta a

–  procedere immediatamente alla revisione ed approvazione in Consiglio Regionale del Piano di Tutela, recependo le osservazioni delle Associazioni ambientaliste sul Deflusso Minimo Vitale, hydropeaking, concessioni, ecc.;

– rinnovare alla radice la “governance” delle strutture connesse alla gestione delle acque prevedendo la sostituzione dell’ing. Caputi dai ruoli di direzione attualmente ricoperti nel campo dei lavori pubblici e del servizio idrico verso nuovi incarichi in altri settori,

– riorganizzare attraverso una legge regionale la V.I.A.  e prevedere la sostituzione del direttore Sorgi dall’incarico di Presidente del Comitato VIA;

– richiedere formalmente al Governo la rimozione del commissario Adriano Goio e la nomina di un commissario che abbia comprovate competenze scientifiche ed esperienze nel campo della bonifica ambientale;

– predisporre entro 30 giorni una norma di salvaguardia specifica per bloccare lo diffusione di edifici nelle aree agricole e fermare lo sprawl urbano (una delle cause della mancanza della depurazione);

– vietare l’installazione di strutture produttive in aree artigianali/industriali non servite da

adeguati servizi di depurazione (impianti dedicati);

– assicurare un costante aggiornamento, circolazione e pubblicizzazione dei dati raccolti

dalle varie strutture competenti (ARTA; ASL ecc.), pubblicando, come prevede una norma

del 2008, periodicamente i risultati delle verifiche svolte sui singoli depuratori;

– bloccare gli interventi di manutenzione idraulica che prevedono l’asportazione della

vegetazione ripariale.

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