Intervista di Alessia Mocci ad Andrea Decori ed al suo romanzo Johnny Day
“Si trovava nel suo ufficio ed era seduto su una sedia con i piedi appoggiati sulla scrivania, intento a leggere un articolo di giornale che parlava di cacciatori di taglie. Da molti anni nel Paese vigeva una legge che consentiva di mettere una taglia a carico dei delinquenti quando non si riusciva ad acciuffarli. In funzione della loro pericolosità si fissava l’ammontare
della ricompensa e si decideva se dovevano essere consegnati vivi o morti.”
“Johnny Day” è un romanzo thriller dell’osimano trentaquattrenne Andrea Decori, edito nel 2013 dalla casa editrice Watson Edizioni per la collana Ombre.
Il romanzo vede come protagonista un famoso cacciatore di taglie di nome Johnny Day, che assieme al suo aiutante Rino incorre in numerose avventure alla ricerca del pericoloso criminale di oltre 100 kg, Dakota Harvey Jackson. Un nemico dedito all’usura, al riciclaggio d’auto ed al furto che non ha alcun scrupolo verso chi incontra nella sua strada. Sarà un lungo e periglioso inseguimento che vedrà solo uno dei due continuare per la sua vita.
Andrea Decori è stato molto gentile nel rispondere ad alcune domande sulla sua passione letteraria. Buona lettura!
A.M.: “Johnny Day” è il tuo primo romanzo. Quando nasce la passione verso la scrittura?
Andrea Decori: Nasce dal piacere di leggere. Qualche anno fa, sfogliando le pagine di non so più quale libro, ho sentito l’esigenza di mettermi alla prova, vedere se ero capace di scrivere una storia, generare quelle emozioni che ricevevo nello scorrere le righe di una pagina. Ho cominciato con i racconti, che non ho mai sentito il bisogno di pubblicare, poi i romanzi. Inizialmente non è andata benissimo, era il periodo in cui leggevo i gialli, ho provato con quelli, l’ispirazione se ne è andata dopo un paio di pagine. Ho cambiato genere, mi sono rivolto alle storie d’azione ed ai thriller. È stato tutto più semplice, scrivevo di getto, gli avvenimenti si materializzavano da soli mentre procedevo; questo mi ha dato lo stimolo per continuare, era divertente, poi è subentrata una celata consapevolezza, diventata necessità, di dover comunicare un messaggio che sentivo fosse importante esprimere per dare qualcosa agli altri. Così è nato Johnny Day, una storia ambientata negli Stati Uniti ai giorni nostri.
A.M.: Curiosando in giro per il web ho scoperto che la scrittura non è la tua unica passione, infatti si associa il tuo nome anche alla musica ed in particolare alla chitarra.
Andrea Decori: La musica è stata per molti anni un’amica fedele, posso dire che la chitarra, in particolare, mi ha dato modo di frequentarla. Militare in una band, come mi è accaduto, dava la possibilità di condividere questa passione con altri, non importa se solo per il bisogno di divertirsi, sentirsi vivo, imitare il proprio idolo, trasmettere emozioni o darsi delle arie per dire “Sto in una band!”, che faceva sembrare molto figo. Suonare era bello e basta. Componevo canzoni. È stata una bella esperienza che ormai da qualche anno ho accantonato.
A.M.: Chi è Dakota Harvey Jackson? E che relazione intercorre tra questo personaggio e Johnny Day?
Andrea Decori: Dakota è un pericoloso criminale, un gigante di quasi due metri che pesa oltre 100 kg, capo di una banda dedita all’usura ed al furto e riciclaggio di auto. Un uomo aggressivo, privo di scrupoli. Nel corso degli anni ha imparato a tenere a bada la sua spregiudicata impulsività, anche se continua a prendere con leggerezza decisioni che possono avere esiti molto gravi per gli individui che hanno incrociato la loro vita con la sua. Johnny Day è un cacciatore di taglie. Dakota non è un ricercato, ma a seguito di una serie di avvenimenti apparentemente senza legami i loro destini si incontreranno. Solo uno dei due avrà la meglio.
A.M.: Descrivi “Johnny Day” con cinque aggettivi.
Andrea Decori: Riconoscente: non dimentica chi lo ha aiutato ed è pronto a contraccambiare.
Predatore: è il suo mestiere, caccia per vivere.
Indipendente: sa stare da solo.
Svogliato: se una cosa non gli interessa si mostra pigro e indolente.
Gioviale: è abitualmente sereno.
A.M.: Dopo circa un mese dall’uscita del romanzo, è già stata esaurita la prima tiratura di 300 copie. Davvero un’ottima notizia.
Andrea Decori: È una bella sensazione pensare che centinaia di persone che non ho mai visto stanno leggendo qualcosa scritto da me. Mi ha fato molto piacere ricevere messaggi di apprezzamento da parte di sconosciuti. Spero che il libro continui ad andare bene, di poterne pubblicare altri.
A.M.: Venerdì 19 luglio hai presentato “Johnny Day” presso l’Atrio Lapidario del Palazzo Comunale di Osimo, com’è andata?
Andrea Decori: È stata una bella serata, realizzata in una cornice molto suggestiva grazie alla collaborazione con il Comune, che ha contribuito alla promozione dell’evento.
Hanno partecipato Giampaolo Milzi, giornalista, direttore del mensile Urlo, in qualità di relatore, il musicista Simone Bompadre, virtuoso della chitarra, che ha impreziosito l’avvenimento con le sue esecuzioni, l’assessore alla cultura Achille Ginnetti, è grazie a lui che ho avuto la possibilità di usufruire di quello spazio.
A.M.: Hai in programma future presentazioni?
Andrea Decori: Quella presso il Comune di Osimo non è stata la mia unica presentazione. Per il momento non ho fissate altre date, anche perché sto per partire per un viaggio.
In futuro certamente ce ne saranno di nuove. Recentemente ho partecipato a delle interviste in radio, mi sono divertito molto. Sono in contatto con altre emittenti radiofoniche e tv locali, la promozione del libro continuerà anche su questi canali.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Watson Edizioni? La consiglieresti?
Andrea Decori: L’esperienza è appena cominciata, posso dire di trovarmi bene, del resto, come dicevamo, la prima tiratura del libro è già stata esaurita. L’editore partecipa a fiere letterarie, organizza la distribuzione, ho visto banner pubblicitari su Johnny Day; tutto ciò è molto buono se rapportato alla realtà che ci circonda, dove l’editoria arranca e le piccole case editrici devono scontrarsi contro grandi colossi. Nella piccola editoria poi è naturale che lo scrittore contribuisca alla promozione del libro. Certo, consiglierei la casa editrice Watson edizioni.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Andrea Decori: “È stupido non sperare, pensò. E credo che sia peccato.” (Ernest Hemingway)
A.M.: Andrea, ti ringrazio per questa intervista ed aspetto nuove news sulla tua carriera.
Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)
Info
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http://www.watsonedizioni.it/
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