È la sera di venerdì nove agosto, con la mia auto percorro la via del Mare, destinazione Maruggio, da Campomarino il percorso è breve. Giunto in centro, parcheggio la mia auto nei pressi di Piazza San Giovanni, luogo in cui tra qualche minuto si esibisce il gruppo folk “Aria di Casa Nostra”. La Piazza è incantata. I presenti attendono l’esibizione del noto gruppo maruggese. Nel contempo residenti e turisti, attratti dai profumi culinari iniziano a stuzzicare le prime leccornie. Il cielo è stellato, la Piazza illuminata a dovere, l’afa concede gentile ed opportuna tregua. Serata ideale per volare, sprofondare, tuffarsi, tra le seducenti note della “pizzica-pizzica”. Tra i musicisti presenti riconosco il mitico Vittorio Fusco, chiedo informazioni a proposito della serata, Vittorio chiede aiuto ad Alfonsina, la quale gentilmente, nel poco tempo a disposizione tenta di spiegare il possibile: la performance folk è stata voluta da Comune e dall’associazione di volontariato “la Misericordia”. Alle mie spalle qualcuno chiama, tra la folla riconosco l’ amico e collega Rocco, accompagnato dalla moglie, individuiamo e raggiungiamo il nostro tavolo. Mentre Rocco e signora sorseggiano del buon Primitivo, da buon astemio rinfresco le mie idee con acqua ghiacciata, non resta che attendere le prime magiche e coreografiche tarantolate note. Alfonsina Marasco e Chiara Ghiego (voci) annunciano il primo pezzo: “La pizzica di Torchiarolo”. Scelta difficile e coraggiosa. Un brano d’apertura già impegnativo. Le chitarre di Vittorio Fusco e Luigi Saracino macinano accordi a ritmi vertiginosi. La Tammorra di Salvatore Morsella regalmente scandisce tempi quasi rituali. I Tamburelli di Mimmo Marsella e di Pietro Pisconti rievocano storia e mistero del tarantismo. Il pubblico è coinvolto, estasiato si concede al morso della musica popolare. La fisarmonica del maestro Vincenzo Pisconti esegue accelerati assoli ed incredibili giri armonici, il pubblico in festa, abbagliato da tanto spettacolo applaude. Antonio Calasso, flauto del gruppo folk magicamente genera “caldissime” ed armoniose armonie. I presenti estasiati seguono le sue incredibili ottave. La successiva canzone è “Nu Pizzicu” altro brano, stesso ritmo, ma in gioco entra Livia, la prima ballerina del gruppo folk. Ogni musicista esalta la propria arte per mezzo di uno strumento che riflette se stesso, Livia esalta la sua arte per mezzo della voce e del suo ballo. Essa stessa è l’espressione della naturale ritmica della taranta. La gente lo comprende, infatti, attratta dalla sua danza, corre a ballare al suo fianco. La serata continua, il gruppo “Aria di Casa Nostra” prosegue con altri brani: “Jaddina,Santu Paulu, Aria Daddhripulina, San Vito, Drighindi, e tanti, tanti altri meravigliosi pezzi, suonati con enorme maestria. Ormai la tarantola ha punto un po’ tutti. I presenti ballano. La gente è entusiasta, desidera vivere ore di piena allegria, il morso della tarantola del gruppo maruggese esorcizza i problemi sociali dell’anno. L’esibizione folk del gruppo termina tra fragorosi, intensi ed incessanti applausi. Il tempo di scattare una foto di gruppo, salutare i miei amici e lentamente, come ogni anno, m’avvio verso Campomarino.
Giovanni Lafirenze