Oltre trent’anni di voli in deltaplano e parapendio, sulle ali del
vento,
anni scanzonati con la testa fra le nuvole, di giornate trascorse tra
l’atterraggio di Palazzago ed i decolli in Roncola, il più celebre, il
cosiddetto “pratino”, da dove hanno spiccato il primo volo
centinaia di
allievi e decollano i piloti brevettati oggi, con la speranza che il tempo
“tenga”, che il vento non sia troppo forte o le nubi troppo
minacciose.
Oppure da quello per i deltaplani poco sopra il paese, o il monte Linzone,
il più alto, quasi 1400 metri.
Nella storia del Volo Libero Bergamo ci sono tanti ricordi, a partire dalle
fatiche su e giù lungo il cosiddetto “campetto” per apprendere i
primi
rudimenti sotto l’occhio vigile degli istruttori, ai primi “voli
alti” con
la radio accesa sulla frequenza della scuola, le strigliate quando le
manovre non sono impeccabili, i quiz d’esame per conseguire
l’attestato di
volo da diporto e sportivo, una sorta di passaporto per visitare il cielo.
Poi, finalmente, via da soli!
Anni indimenticabili abbandonando il nido per i primi, timidi tentativi di
“cross country”, vale a dire volare il più lontano possibile e
tornare
indietro. E quando non si è stati capaci di farlo in volo, atterrare in un
campo, trovare un autobus, un treno, tentare l’autostop con la sacca del
parapendio in spalla, od aggrappati al telefono per chiedere ai colleghi di
venirci a recuperare in posti sperduti e rientrare così alla base a capo
chino, senza badare troppo agli sfottò.
Ci sono i racconti delle giornate di volo, quanto tempo trascorso in cielo
sfruttando le masse d’aria ascendenti, motore e benzina che portano in
alto
parapendio e deltaplano, quanto lontano si è volato, i monti scavalcati, le
altezze raggiunte, racconti che a volte pretendono di diventare storia,
leggenda, distanze e quote che altre volte aumentano con il tempo, come la
taglia del pesce nei racconti dei pescatori.
Ecco! Questo è in sintesi il Volo Libero Bergamo, un’associazione che
oggi
raggruppa un centinaio di appassionati di volo libero, cioè senza motore,
che ogni anno ricorda quanto è vecchia e contemporaneamente quanto è giovane
con una festa al campo d’atterraggio alla quale partecipano numerosi
piloti
delle altre associazioni, i loro famigliari, bimbi, amici.
A partire da mezzogiorno per tutto il pomeriggio i piloti decolleranno dalla
Roncola per tentare di centrare degli scatoloni posti in atterraggio. Ogni
scatolone un premio, ma non si sa quale! Si chiama “Coppa
Rompiscatole”, ma
ogni allusione alla noia è puramente casuale.
Gustavo Vitali