“Superiamo la burocrazia kafkiana
e procediamo autonomamente prima che sia troppo tardi”
“Spingiamo il monolite e diciamo basta alle autorizzazioni”. È questo l’appello che l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Pineto Nerina Alonzo lancia all’assessore provinciale Elicio Romandini per risolvere la problematica legata alla presenza, sul Calvano, del monolite utilizzato per i lavori di messa in sicurezza del torrente, che, con l’approssimarsi della stagione autunnale, si fa sempre più pericoloso per la possibilità di nuovi allagamenti a causa delle piogge abbondanti.
“La presenza sul torrente di un monolite di quelle dimensioni – spiega in merito – aumenta la pericolosità, perché in caso di pioggia si trasformerebbe in un vero e proprio ‘tappo’”.
Da qui la necessità di accelerare i “tempi burocratici”, che hanno letteralmente messo al palo l’intervento di messa in sicurezza.
“La Provincia – continua la Alonzo – ha atteso per mesi una risposta da Società Autostrade ed Anas per un’autorizzazione a procedere nelle cosiddette “fasce di rispetto”. Ringrazio di cuore l’assessore Romandini, perché ha dato il massimo impegno e ha cercato tutte le vie istituzionali per procedere con la massima regolarità, ma è venuto il momento di rivestirsi di autorità. Il denaro necessario c’è, la ditta è stata individuata e non ci sono problemi di ordine tecnico”.
A causare ritardi a un intervento fondamentale per l’incolumità pubblica e privata sarebbero, dunque, soltanto lungaggini di tipo burocratico.
“E’ tutto pronto da un anno – tuona ancora l’assessore pinetese – e, poiché non è possibile venirne a capo con la burocrazia, dobbiamo a questo punto usare il coraggio”.
La Alonzo invita pertanto Romandini a procedere con un’ordinanza, “perché – chiosa – la burocrazia non può a questo punto essere più rispettata, ma va riformata. Siamo disposti ad affiancarlo: il primo atto di riforma può provenire proprio da noi. Spingiamo da soli il monolite e mettiamo un punto a questo rimpiattino di responsabilità, segno di un’Italia che non funziona e di una burocrazia veramente kafkiana”.