MARIA ELISABETTA NOVELLO
nata a Vicenza (Italia) nel 1974
Cenni biografici: si diploma in pittura nel 1998 presso l’Accademia di Bella Arti di Venezia. Vive e lavora a Udine. La componente materica che sta alla base del suo lavoro è la cenere, elemento che la contraddistingue nel panorama artistico italiano. Maria Elisabetta Novello, per le sue installazioni e performance, collabora e interagisce con musicisti e ballerini di danza contemporanea. Ta le sue ultime importanti collettive nel 2011 “Round the Clock”, evento collterale alla 54esima Biennale d Venezia del 2001.
Titolo dell’opera in concorso (inserire foto): Vasi comunicanti, 2013
Concept dell’opera:
– L’AZIONE
Lavoro con la cenere, la filtro, la setaccio, la esamino. La cenere è l’assenza, il tornare al principio, è memoria e atemporalità. Non ne conosco l’origine e lascio aperta la domanda.
Per questo project-specific sento l’esigenza di indagare: m’interessa la provenienza della cenere, anzi mi è necessario agire e produrla.
Intorno a noi bruciano libri, bandiere, culture, religioni, città. Il rapporto tra le parti, le istituzioni e il cittadino, l’onestà, il rispetto e la trasparenza bruciano.
Bruciare è trasversale: è un atto violento, una reazione a una provocazione, una provocazione in sé, significa subire violenza o fare violenza. Bruciare è deflagrazione.
Ma bruciare è anche atto salvifico, redenzione: in quanto consumare, modificare, distruggere, ma anche ardere di luce e di calore.
L’energia, la reazione, il cambiamento: L’azione.
Bruciare: gesto decisivo, energico, necessario alla relazione, partecipazione, evoluzione. Atto di passione contrapposto a stasi e apatia.
Grado zero.
Consumare, purificare, rigenerare.
Ricostruire il mondo attraverso le sue tracce e i suoi frammenti.
– L’ETICA
Arte come pensiero, l’uomo come ideatore e fautore del pensiero.
L’Arte è possibilità di generare un movimento che parte dal pensiero.
L’uomo mette in relazione il pensiero con il mondo: trasmettere e ricevere (trasmettente e ricevente, J. B.).
Arte come responsabilità, uscita dal tempo dell’attesa e del rinvio.
L’artista ha il dovere di essere responsabile, l’artista non è spettatore della propria vita e del mondo, ma essere in azione che opera nell’atto e nella conseguente responsabilità di esso.
Occorre cercare di comprendere il mondo nella sua complessità: il desiderio è quello di ridisegnare il mondo, di riaffermare l’individuo e incidere nelle infinite e complesse sfaccettature.
– L’OPERA
L’opera è una colonna di vasi comunicanti, una dichiarazione che passa dalla forma al contenuto.
Struttura: struttura verticale trasparente che è pilastro, sostegno, contenitore, fondamenta. Vasi comunicanti che reggono un’architettura o che sono compressi dal peso della stessa. Dal caos all’ordine di una struttura verticale, colonna che spinge dal basso dell’orizzontalità in una tensione e uno slancio verso l’alto per ambire a una più alta forma di spiritualità. Il vaso è statico, trasparente, silente, ma esprime tutti i pensieri del mondo. E’ vaso comunicante, è forma di silenzio eloquente.
Materiale: materiale combusto, risultanza dell’azione che ha originato la cenere. L’opera è provocata da un atto di consunzione e di rigenerazione al contempo; la materia si trasforma e diventa cenere, continua a esistere senza una sua forma definitiva. La cenere, materia fuggitiva e allusiva, inspiegabile e irriconoscibile, materia della supposizione, esperienza esistenziale. La cenere è contenuto, gli oggetti bruciati traducono la loro esperienza e la loro portata culturale e sociale nella polvere che non si distrugge, ma è materia in continua trasformazione e evoluzione.
La scelta degli antichi vasi fatti a mano, vuole solo apparentemente confondersi con gli oggetti presenti nello spazio per andare oltre all’estetica, per esaltarne il significato.
La realtà frantumata e sconvolta genera essenza e forma dell’opera: installazione precaria, in bilico, sulla soglia e sul limite. Fragili e precari e preziosi sono i contenitori, vasi di struggenti desideri e mondi possibili.
L’arte esiste nonostante la precarietà del mondo: arte come meccanismo che sfugge all’entropia del mondo.
Dopo l’etica e dopo l’azione, l’opera è il resto, il residuo di un processo, l’apertura di uno spazio di pensiero.
Didascalia: Antichi vasi di vetro, cenere, dimensioni ambientali
Credit Pierluigi Buttò
Courtesy dell’artista
premio internazionale d’arte contemporanea, tenutosi ieri sera presso la sede dell’Ambasciata Italiana a Bruxelles. Da questo link potrete visulizzare ed acquire aclune fote dell’evento:http://www.mediafire.com/?2ph3oiyyi7udp