Italia. FOLLIA PER FOLLIA

L’anno trascorso si chiude con la notizia di un ordigno risalente la seconda guerra mondiale abbandonato sotto l’obelisco di Piazza Marconi in pieno centro a Torino. L’incosciente non considera di posare la granata a pochi metri dall’uscita della metropolitana. In questo caso le domande nascono spontanee: da dove giunge quella bomba…? In che modo ha raggiunto la Piazza…? E perché lasciarla proprio in quel punto…? Ovviamente non avremo mai alcuna risposta. Passano pochi mesi, è una bella giornata, anzi è la vigilia della passata primavera. Dalle pagine della Nuova Sardegna, il giornalista Gianni Bazzoni racconta di altra bomba lunga quasi due metri “abbandonata” alla periferia di Sassari, giusto sul ciglio di una strada molto frequentata. L’ordigno è notato da un automobilista di passaggio, il quale un po’ confuso, un po’ incredulo, segnala la “cosa” alle forze dell’ordine. La centrale operativa dei Carabinieri invia sul posto più volanti per recintare l’area in questione e deviare la circolazione automobilistica. Anche questa vicenda termina bene. Intervengono i tecnici della Brigata Sassari che pongono fine all’emergenza. Ma immaginate solo per un attimo se l’automobilista non l’avesse vista e segnalata subito. Infatti chi potrebbe escludere durante le ore notturne un impatto tra bomba e altro mezzo…?  Le domande precedenti si ripetono: la bomba come avrebbe raggiunto quel sito stradale…? Quante persone avrebbero partecipato al carico e scarico del pesantissimo ordigno…? E perché abbandonarla proprio in quel punto ?  Nel contempo, tra i numerosi residuati bellici abbandonati in ogni zona del Bel Paese cito il casuale rinvenimento del 28 settembre a Strongoli. Una granata d’artiglieria lasciata nei paraggi della statale 106. Tre scenari sicuramente diversi, ma simili nella procedura: si tratta di bombe di medio o grosso calibro, è difficile immaginare un improbabile trasporto abitazione-luogo dell’abbandono. È più credibile che le bombe siano frutto di scavi casuali o edili. Rinvenimento casuale: quando un contadino impegnato in scavi, piccole trivellazioni, lavori d’aratura, rinviene una granata, deve subito segnalare il pericolo alle Forze dell’Ordine di zona.  Al contrario, nel caso di scavi edili, responsabili della sicurezza, ingegneri, architetti conoscono procedure e l’obbligo d’inserire nella valutazione rischi dei lavori, la possibilità di scavare in presenza di residuati bellici. Infatti loro dovrebbero essere a conoscenza che la bonifica bellica è obbligatoria per cantieri temporanei o mobili. Tuttavia anche se la gran parte delle ditte edili, amministrazioni pubbliche, ordinano progetti di bonifica sistematica o preventiva c’è sempre il furbetto che per risparmiare qualche euro, a proprio rischio procede senza effettuarla. Poi le ruspe al servizio dell’incauto (eufemismo), rinvengono ordigni, a quel punto il personaggio è consapevole d’essere nei guai, quindi il colpo di genio: facciamo sparire la granata. Magari la caricano su un mezzo aziendale e, l’autista comandato a tale compito, in preda alla paura lancia l’ordigno ai margini della strada che percorre.  Ma l’assurdo non termina a Sassari. A Guidonia accade di peggio, molto peggio: nel pomeriggio del primo settembre è stata abbandonata una granata da esercitazione, comunque contenente una piccola carica esplosiva in grado di innescarsi e produrre danni a cose o persone,  nel parco giochi di piazza Duca D’Aosta. Naturalmente alcuni frequentatori dell’area verde allertano subito i carabinieri. La curiosa, incredibile, spaventosa vicenda si conclude con l’intervento del Genio Pontieri di Roma i quali distruggono la bomba in una cava di Ciampino. Ma è possibile pensare d’abbandonare una granata in un parco giochi frequentato da bambini…? Unica attenuante al diabolico gesto consiste nel pensare ad una persona non del luogo che non conoscesse la funzione ludica del parco. Eppure non è distante nel tempo la notizia del bimbo torinese di nove anni che trova un piccolo proiettile per strada, lo porta in casa e decide di martellare il piccolo oggetto. Infine ricoverano il bimbo al Regina Margherita. In ogni caso, queste vicende testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, un paese completamente in balia della propria consumata follia. Un paese non più senza rotta e alla deriva di se stesso, ma stritolato in una sconosciuta dimensione dove indisturbata regnerebbe una pericolosa e “consapevole” ignoranza. Concludo con il solito monito: al minimo dubbio di trovarvi al cospetto di una granata, avvisare immediatamente le Forze dell’Ordine.

Giovanni Lafirenze