Teramo e Provincia

Teramo. Gli industriali teramani incontrano la Delegazione serba di Rakovica (Belgrado) per valutare possibili collaborazioni in settori in via di sviluppo

Gli industriali teramani incontrano la Delegazione serba di Rakovica (Belgrado)

per valutare possibili collaborazioni in settori in via di sviluppo

Agroalimentare, metalmeccanico, turismo. Sono alcuni dei settori individuati come strategici,  in vista di future collaborazioni, nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri mattina, nella sede di Confindustria Teramo, tra una rappresentanza di imprenditori teramani e la Delegazione serba di Rakovica (Belgrado).

La delegazione – composta  dal vice sindaco Dusan Djaković, dal direttore del Business Centar  Andrija Cupković, dal vice direttore  Bojan Radanović,  dal direttore Esecutivo Milos Petrović e dal consulente Srdjan Stanojević –  ha incontrato il Presidente di Confindustria Teramo e del Polo Agroalimentare “Agire”,  Salvatore Di Paolo, ed  i vertici  dell’Associazione degli industriali e del Polo,  con sede a Teramo, che conta  oltre  cento imprenditori abruzzesi del comparto agroalimentare, Università e Centri di ricerca.

All’incontro hanno partecipato anche l’assessore al Turismo del Comune di Teramo, Giorgio D’Ignazio, il presidente della Provincia Valter Catarra e il vice Presidente e Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Abruzzo Alfredo Castiglione.

Nel corso del confronto, sono stati illustrati nel dettaglio i piani di sviluppo, le potenzialità e le opportunità che il Comune di Rakovica  offre in campo industriale e turistico.  Tra le varie condizioni positive per gli imprenditori che vogliono  investire in Serbia, la bassa pressione fiscale, le agevolazioni in caso di assunzioni e, in generale, il costo del lavoro molto contenuto oltre a una serie di altri elementi di interesse.

Un momento importante per tessere relazioni con un territorio che offre numerose opportunità – ha commentato il presidente Di Paolo –  e che gli imprenditori teramani e abruzzesi possono valutare non già per sostenere iniziative di delocalizzazione,  ma per aprirsi a nuovi mercati. Dal nostro punto di vista, infatti, i processi di internazionalizzazione che hanno questo orizzonte hanno radici più solide ed effetti decisamente più positivi per la nostra economia”.

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