SULLA DETENZIONE DI DAVIDE ROSCI NEL CARCERE DI VITERBO
Ho dichiarato la mia totale insoddisfazione alla risposta avuta oggi
nell’Aula della Camera dei Deputati alla mia Interrogazione da parte
del Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia che ha
dichiarato che il trasferimento del giovane Davide Rosci al carcere
di Viterbo è dovuto a motivi di ordine pubblico cioè alla volontà
degli amici e compagni antifascisti di Davide di manifestare a Teramo
la loro solidarietà politica.
E’ molto grave che un diritto costituzionale, quello cioè di
esprimere, nell’ambito delle leggi vigenti, le proprie idee politiche
possa “turbare” l’ordine pubblico.
Gli scioperi della fame di Davide Rosci sono stati decisi dal
coordinamento nazionale dei detenuti per protestare contro le
condizioni disumane delle carceri italiane sovraffollate e prive di
ogni capacità di recupero dei detenuti, come invece recita la
Costituzione.
Lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio oggi
ha inviato alle Camere un messaggio di grande preoccupazione sulla
situazione delle carceri italiane.
Ho chiesto pertanto di rivedere la scelta della Direzione
Penitenziaria e di far tornare Davide Rosci nel carcere di Teramo per
ragioni umanitarie, al fine di consentire ai genitori di Davide di
poter avere una relazione gestibile dal punto di vista logistico e
finanziario con il figlio.
Mi auguro che il Ministero riveda la sua scelta e metta fine ad una
posizione di vero accanimento nei confronti del giovane Davide Rosci
che secondo la legge italiana è innocente, essendo ancora in attesa di
giudizio e sino a sentenza definitiva tutti i cittadini sono
INNOCENTI, e non merita un trattamento così ingiusto
Roma ottobre 2013
GIANNI MELILLA, deputato SEL