CITTA’ DI TERAMO
Discorso del Sindaco Maurizio Brucchi per le celebrazioni del 4 Novembre
2013
Signor Prefetto, autorità civili, politiche e religiose, associazioni degli
ex combattenti, studenti, concittadini, è davvero speciale la ricorrenza
con la quale anche in questo 2013 onoriamo i caduti in guerra, celebriamo
l’unità nazionale e festeggiamo le forze armate.
E’ speciale per gli accadimenti che animano la vita del Paese ma anche
per gli eventi che registriamo nella nostra amata terra.
L’Italia è nel vivo di una situazione nella quale ogni aspetto della
vita civile sembra scosso da attriti e difficoltà, e molte implicazioni
che coinvolgono la compagine sociale sembrano attraversate da tensioni
crescenti. Le difficoltà di categorie sociali come gli anziani, i senza
lavoro, i disabili, le donne, le famiglie si fanno più forti, e un
preoccupante corollario di ciò, è il precipitare pericoloso del senso
civico, del valore percepito delle istituzioni.
Leggere lo stato delle cose è necessario, ma lasciarsi andare alla sfiducia
è sbagliato. Dobbiamo avere uno sguardo positivo, dobbiamo sentirci
animati da speranza e fiducia, dobbiamo credere in noi, in questo
straordinario e bellissimo Paese. E’ proprio la nostra storia che ce
lo insegna, quella che anche oggi celebriamo, in una celebrazione ricca di
significati, che tra l’altro sarà ulteriormente arricchita da un altro
simbolico momento, la consegna delle onorificenze dell’Ordine al
Merito della Repubblica Italiana.
Non è un caso che siamo qui. Di fronte al monumento col quale rendiamo
omaggio e celebriamo le vittime della guerra, gli italiani che hanno
sacrificato la vita per garantire libertà e benessere alle generazioni
future. E il nostro non e’ un esercizio retorico, ne’ una
ritualità scontata. C’e’ ancora molto da trarre dall’esempio
dei caduti in guerra: c’è il messaggio del sacrificio, della
dedizione, della determinazione, dell’altruismo, del senso del dovere.
Non si tratta di parole o di indicazioni retoriche, si tratta delle
ragioni per le quali chi ci ha preceduto, ha dato la vita. Onorare i
caduti in guerra, perciò, significa attualizzare la loro storia,
collettiva e personale, guardare a quei sentimenti che, oggi un po’
desueti, possono invece essere richiamati per dare risposte, noi, alle
necessita della nostra epoca e fare la nostra parte per le generazioni che
verranno. Ecco perché siamo qui, per riconoscere il valore di quel
sacrificio e fare di quelle ragioni un insegnamento da applicare alla
nostra realtà..
Anche l’Unita’ dell’Italia, altro valore che oggi
sottolineiamo, non assume connotazioni retoriche ma va considerata come un
elemento di estrema e irrinunciabile concretezza. A ben guardare, e’
stato proprio un condiviso sentimento di unità che nell’ultimo periodo
ha consentito alla classe dirigente del Paese, di trovare le ragioni per
porre in secondo piano differenze e contrasti e mettere invece come
stella polare dell’agire politico ed istituzionale gli interessi
superiori, le urgenze di tutti, le necessità cui dare risposta.
L’Unità dell’Italia significa la salvaguardia della cultura, della
storia, delle tradizioni, del sentire diffuso e condiviso, tutti valori
che hanno modellato il nostro popolo e che sono diventati un patrimonio
comune, una identità. Ritengo che tutto questo oggi vada riaffermato in
particolare ai giovani, con convinzione e senza tentennamenti, perché il
rischio che corriamo e’ quello della disaffezione da parte delle
ultime generazioni, causa futura di disfacimento e disgregazione. Molti,
troppi, sono i pericoli che minacciano di sfilacciare l’Italia. Siamo
qui per dircelo, e per questo ora più che mai voglio sottolineare quanto
siano fondamentali, necessarie, basilari le istituzioni di un Paese, che
sono il segno fisico della sua Unità.
E’, quella odierna, anche la Giornata delle Forze Armate. Un esempio,
per questo Paese. Non sono io a dire questo ma gli italiani. Le forze
armate, nei sondaggi in cui si chiede a cittadini di tutte le eta’ in
quali istituzioni ancora ripongano fiducia, indicano proprio le Forze
Armate tra le prime. Non e’ eloquente più di ogni altra
considerazione, tale risposta? Esse sono un esempio. La loro capacità, la
professionalità, li fa sentire vicini, e perciò oggi vogliamo ringraziarle
per il loro operato. Un ringraziamento istituzionale, cioè formale e
sostanziale, collettivo e condiviso, solenne e austero.
Ma, in apertura facevo cenno agli accadimenti del nostro territorio. E’
ancora fresca l’eco dell’inaugurazione del Lotto Zero.
Nessun’altra opera pubblica realizzata in questo territorio può
riassumere in se’ tanto significato e tanto valore simbolico, nel bene
e nel male; una strada che, per le vicissitudini che ne hanno
contraddistinto la realizzazione, mi permetto ora di prendere ad esempio
dei valori rappresentati in questa Giornata. Si: solo la determinazione,
la volontà ferma di garantire la costruzione di un’opera che avrebbe
consentito un innegabile vantaggio per la città; l’assunzione di
responsabilità condivisa da parte dei protagonisti; il sostegno dei
cittadini e delle istituzioni a chi, quotidianamente, affrontava un
compito che avrebbe, in alcuni passaggi, mortificato qualsiasi speranza;
tutto ha concorso a raggiungere l’obiettivo che la città attendeva da
24 anni. Abbiamo festeggiato l’apertura definitiva solo pochi giorni
fa, con una cerimonia nella quale nessuno dei protagonisti ha avuto timore
di manifestare orgoglio e soddisfazione. E tra i protagonisti di quella
festa, c’erano i cittadini, le istituzioni, le forze armate, i
lavoratori.
Un cenno, infine, alle onorificenze che tra pochi minuti verranno
assegnate. Si tratta dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana,
un riconoscimento di altissimo valore civile, conferito dal Presidente
della Repubblica al termine di un attentissimo iter procedurale; e’ il
primo fra gli Ordini nazionali destinato a “ricompensare benemerenze
acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della
economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini
sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi
nelle carriere civili e militari”. È un onore poter essere qui oggi,
in una giornata dalla solennità così alta, a condividere con cittadini che
vedono riconosciuta dall’istituzione più alta, la loro attività
professionale, sociale, civile. Ad essi vadano l’apprezzamento, la
gratitudine, la compiaciuta ammirazione del Sindaco che interpreta e
rappresenta il sentimento dell’intera cittadinanza.
Anche grazie all’esempio che loro ci forniscono e che si riverbera da
una occasione come quella odierna, scaturisce l’auspicio che ciascuno
senta sempre più forte il legame col proprio Paese, col proprio
territorio, non in senso astratto ma concretamente, come il luogo dove
esercitare le proprie attitudini, vivere i propri affetti, contribuire
alla crescita civile, sociale, culturale.
Viva l’Italia, Viva le Forze armate.