Daniela Pasqualini
GIUSEPPE BOTTAI E LA CARTA DELLA SCUOLA
Una riforma mai realizzata
Edizioni Solfanelli
Nel 1939 il Gran Consiglio del fascismo approva la Carta della Scuola
dellallora Ministro dellEducazione Nazionale Giuseppe Bottai: il
tentativo più avanzato di modernizzare listruzione pubblica che il regime
fascista abbia elaborato dopo la riforma Gentile. Destinata a restare
inattuata per gli eventi bellici, la Carta presenta un impianto
legislativo sintetico, strutturato in ventinove dichiarazioni concise. La
scelta della formula segue lemanazione della Carta del Lavoro e della
Carta della Razza, a completare un trittico che intende porsi come unico
documento fondamentale e coerente del modello sociale fascista.
A Bottai si deve lintroduzione del calendario scolastico, primo atto di
inizio danno, inteso a organizzare la scansione dei periodi tra uno
scrutinio e laltro, la durata delle vacanze, le date degli esami.
Particolare attenzione è posta alla preparazione tecnica e professionale
delle classi popolari: laumento delle specializzazioni in settori fino ad
ora rimasti fuori dal circuito formativo, come le arti grafiche, la
pratica commerciale, la lavorazione del vetro. Mestieri che si potevano
imparare a bottega, diventano corsi di apprendistato nelle scuole e di
perfezionamento per adulti lavoratori.
Ma la riforma che prevede una scuola media unica ha, nella Carta della
Scuola, il segno innovativo più evidente e slegato dalle esigenze di
regime, tanto che sarà lunico punto realmente realizzato nel dopoguerra e
valido ancora oggi.
Daniela Pasqualini
GIUSEPPE BOTTAI E LA CARTA DELLA SCUOLA
Una riforma mai realizzata
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-839-7]
Pagg. 144 – 12,00