“Dinamismo”, “modernità”, sono due delle parole chiave che dovrebbero connotare la città di Pescara che, per vocazione naturale, avrebbe dovuto in questi anni puntare a svolgere un ruolo di guida nella diffusione del concetto di Smart City.
Con questo termine ci si riferisce alle cosiddette “città intelligenti”, vale a dire quelle in cui le implementazioni tecnologiche e logistiche sono volte a migliorare la vita dei cittadini, con una gestione più oculata delle risorse e i vantaggi che ne derivano anche in termini ambientali.
Purtroppo, invece, ancora una volta il provincialismo e la miopia della classe politica cittadina hanno tarpato le ali al capoluogo adriatico.
Appena pochi giorni fa, iCityLab – organizzazione del Forum PA – ha pubblicato il rapporto annuale delle Smart Cities italiane che vede Pescara relegata ad un pessimo 65mo posto sui 103 capoluoghi esaminati.
La Grande Pescara, “Smart cities, Pescara solo 65ma”
La Grande Pescara deve invece divenire Città Intelligente – al pari di quanto hanno fatto e stanno facendo altre importanti realtà del centro Italia, da Roma a Bari – liberando le energie che per troppi anni sono state represse.
La classifica generale delle smart cities italiane è disponibile sul nostro sito www.lagrandepescara.it