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Media. La Rue in Italia, ANSO: importante il confronto con l’inviato ONU Una settimana determinante per la libertà di informazione del Belpaese

La Rue in Italia, ANSO: importante il confronto con l’inviato ONU

Una settimana determinante per la libertà di informazione del Belpaese

Tre è considerato il numero perfetto. E tre sono le occasioni che quest’anno ANSO ha avuto, a vario titolo, per incontrare Frank La Rue. In Italia per una serie di appuntamenti istituzionali nei palazzi romani, La Rue è in visita come special rapporteur dell’ONU in tema di libertà di espressione.

In passato c’erano stati incontri non ufficiali per chiedere alle istituzioni italiane una sua visita ufficiale nel nostro Paese. Ed ora, nel corso della sua visita in Italia coordinata dal Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, La Rue ha finalmente affrontato i temi dell’accesso all’informazione nella pubblica amministrazione, della depenalizzazione del reato di diffamazione, del fenomeno dello hate speech, della trasparenza della proprietà dei media, dell’anti-trust, degli organi di garanzia e del servizio pubblico radio-televisivo.

Dopo un primo incontro riservato, di alcuni giorni fa, nel quale sono state ribadite le posizioni dell’Associazione in merito alla necessità di un intervento che tuteli l’informazione digitale italiana rispetto alle varie riforme in tema di editoria in esame al Governo e nelle diverse Autorità (Garante Privacy e Agcom), il secondo appuntamento con La Rue, stavolta ufficiale, è stato quello in Senato lo scorso 14 novembre, in occasione del convegno “Dialogo sulla Libertà di Informazione, all’interno del quale ANSO è stata chiamata a relazionare in occasione del resoconto del Presidente Garante della Privacy Antonello Soro, relativamente all’attuale questione del diritto all’oblio.

A Palazzo Giustiniani ANSO ha presentato le valutazioni in merito al giornalismo italiano e il diritto all’oblio nella prospettiva degli editori locali digitali. L’incontro ha coinvolto autorevoli interpreti del settore giornalistico e i lavori sono stati introdotti dai due presidenti delle Camere, Piero Grasso e Laura Boldrini. “Intimidire un giornalista crea un vulnus nella libertà di informazione” così ha esordito il Presidente del Senato Grasso, soffermandosi a lungo sulla spinosa questione delle minacce ai giornalisti e delle querele a scopo intimidatorio. Di maggior impatto politico l’intervento della Presidente Boldrini: incentrando l’intervento sulla libertà di stampa la Presidente ha toccato il tema dell’attuale revisione della legge che andrà a regolare i diritti d’autore, di fatto dichiarando che la legiferazione della materia spetta all’organo competente e dunque alle Camere. Ad Agcom il ruolo di controllore, così come espressamente sottolineato anche da Frank La Rue durante la presentazione del suo Rapporto.

I temi del diritto di informazione, diritto d’autore e diritto all’oblio, oltre a quello attualissimo della diffamazione ritornano nell’ultimo appuntamento ufficiale con La Rue, lunedì scorso durante la conferenza stampa in cui l’inviato dell’ONU ha presentato pubblicamente il suo Rapporto sulla situazione italiana in tema di libertà di espressione.

L’incontro con i media si è caratterizzato per un colpevole disinteresse da parte delle istituzioni e dei media stessi: all’appello solo alcune organizzazioni, fra le quali ANSO, e pochi quotidiani, oltre agli studenti di un master di comunicazione. Segno evidente che la malattia è diventata cancrena: anche chi dovrebbe desiderare la cura ignora volontariamente la medicina. Quindi il dubbio è che il dibattito sollevato dalle grandi firme del giornalismo e dai politici poi alla fine sia solo un vezzo ipocrita e poco sentito.

Al contrario dei ‘piccoli’ operatori dell’informazione online che ogni giorno toccano con mano i problemi dovuti al conflitto fra diritto di cronaca e diritto all’oblio, contenuti originali e diritti d’autore.

Fatta questa premessa, non stupisce rilevare che nella relazione di La Rue siano presenti avvisi, moniti, segnalazioni continue su come sia malato il sistema dell’informazione Italia. Con un appunto particolare al conflitto di interessi nella proprietà editoriale. Un aspetto critico è quello della tutela giuridica e personale dei giornalisti: come racconta La Rue i politici la tollerano poco e intendono il sistema di controllo non come sistema di giustizia in sé ma come sistema punitivo (a loro tutela) per chi scrive male di qualcuno.

Troppi i limiti del sistema informativo italiano. Entrando nel dettaglio formale del documento di La Rue, la priorità per l’Italia è la “deconcentrazione e democratizzazione dei mezzi di comunicazione. La concentrazione dei mezzi di comunicazione può andare di pari passo con quella dei poteri”. È necessario “introdurre l’esplicita incompatibilità tra la titolarità di cariche elettive e la proprietà dei mezzi di comunicazione”, ha spiegato La Rue, ricordando che tali raccomandazioni erano state già indicate dalla Commissione di Venezia nel 2005 e rimarcando come un’eccessiva concentrazione dei media “metta a rischio la democrazia”.

La relazione finale sulla situazione italiana sarà presentata in giugno al Consiglio Onu dei diritti umani. E intanto il ministro degli Esteri Emma Bonino in una nota della Farnesina diffusa alle agenzie, ringrazia Frank La Rue, per l’attenzione dedicata all’Italia. L’onorevole, vale la pena ribadirlo, non ha avuto “occasione” di incontrare di personale il rapporteur dell’Onu, per questioni di Agenda.

Nel comunicato si legge che “tutte le normative che disciplinano i diritti costituzionali, in particolare se riguardano la liberta’ di espressione, devono essere approvate dal Parlamento e che, specie laddove si ritiene di dover rimuovere materiale contenuto sul web sia necessario un intervento della magistratura”.  Fra Le preoccupazioni, anche al di fuori dei confini italiani, sarebbero rivolte al ruolo di Agcom nella predisposizione di sanzioni in materia di proprietà intellettuale, si legge nella nota. “Ritengo – ha affermato Bonino – che si tratti di una prerogativa del Parlamento e auspico che quanto prima Camera e Senato arrivino a una normazione della delicata materia. Al momento opportuno il governo farà la sua parte”.

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