La Corte dei Conti boccia senza appello la riforma delle Province
“Con le stesse motivazioni che predico da due anni: non si risparmia niente anzi si rischia un aumento di spesa e il caos nei servizi” afferma il presidente Valter Catarra
La Corte dei Conti boccia il disegno di legge Delrio e la proposta di riforma delle Province: basse possibilità di risparmio per gli enti una volta che il disegno di legge dovesse entrare in vigore e rischio di confusione amministrativa nell’indefinito periodo di transizione. C’è la concreta possibilità, dice la Corte, che la predicata transitorietà possa dilatarsi eccessivamente o addirittura radicarsi in attesa di una concreta definizione degli assetti funzionali e patrimoniali (che il decreto non contiene).
Una situazione che perpetuerebbe uno stato di confusione ordinamentale certamente produttiva di inefficienze. La bocciatura in un articolato documento presentato alla Commissione Affari Istituzionali nel corso dell’audizione del 6 novembre: nel documento la Corte cita anche le recenti sentenza del Tar a favore di quelle Province, come la nostra, che hanno fatto ricorso contro la spendig review.
<La Corte usa le stesse motivazioni che ripeto da due anni insieme a pochi altri visto che l’argomento Province è diventato un tabù. Sono le motivazioni che abbiamo trasfuso nei ricorsi e che solo chi vuole ingannare il cittadino con un facile ritornello demagogico ed elettorale può continuare a sostenere: la soppressione o il riordino delle Province non produce risparmi, non riduce i privilegi di casta e così concepita darà luogo ad un lungo periodo di caos per i cittadini – sottolinea Catarra che spiega – il giudizio della Corte non lascia spazio a interpretazioni: soprattutto nell’impianto della redistribuzione delle competenze la magistratura contabile è molto netta. Il decreto Del Rio sostiene che il passaggio di funzioni da Province ad altri enti non ha un impatto economico sulle casse dello Stato. In realtà, dice la Corte dei conti, tale assunto “appare tutto da dimostrare nella sua piena sostenibilità”.Quindi, sulla soppressione delle Province,richiede “alcuni passaggi decisionali con i tempi occorrenti ai fini dell’individuazione delle risorse di cassa tali da compensare gli oneri legati alla progressiva costituzione delle Città metropolitane. Il trasferimento delle funzioni, del patrimonio e del personale delle Province, nel disegno di legge, si presenta, come un meccanismo complesso suscettibile di alimentare costi e creare contenziosi. Io per primo ritengo che l’assetto istituzionale e l’organizzazione dello Stato, nella sua declinazione amministrativa, debba essere seriamente riformato: ma per avere una Pubblica amministrazione che funziona non per buttare un po’ di fumo negli occhi nei cittadini”.
Teramo 8 novembre 2013