Amnesty International lancia Write for Rights: una firma per la libertà d’espressione anche in rete
Amnesty International, l’organizzazione internazionale per i diritti umani, rinnova anche quest’anno il suo impegno in difesa di tutte le persone i cui diritti vengono quotidianamente violati e lancia l’edizione 2013 di “Write for Rights”, la più grande iniziativa umanitaria del mondo.
Nei giorni precedenti e successivi alla “Giornata internazionale dei Diritti umani”, Amnesty invita tutto il mondo a unirsi alla battaglia per restituire libertà e giustizia a Miriam López, Jabeur Mejri, Eskinder Nega, Yorm Bopha, Ihar Tsikhanyuk: persone perseguitate e condannate, blogger, attivisti, giornalisti che ingiustamente hanno subito violenza e che sono impegnati nella lotta per la libertà d’espressione e i diritti delle persone lgbti.
L’obiettivo della campagna è raccogliere firme per ciascuno degli appelli presenti sul sito di Amnesty International dedicato a “Write for Rights”, sensibilizzando gli utenti mediante l’accostamento tra le vittime delle violenze e i familiari o gli amici cui ciascuno è legato:
“Immagina che un tuo amico venga imprigionato, che subisca violenza per aver fatto qualcosa di assolutamente comune, solo per aver preteso i suoi diritti. Cosa faresti per salvarlo?” È questo il messaggio che Amnesty International porterà nelle piazze italiane e sul sito www.firmaperunamico.it, invitando chiunque abbia a cuore i diritti umani a firmare gli appelli proprio come se lo si stesse facendo per un’amica imprigionata ingiustamente, per un amico gay o per un familiare ‘colpevole’ di aver espresso senza paura le proprie critiche al Governo o la propria opinione.
In Italia sono tante le piazze che ospitano, fino al 22 dicembre, la raccolta firme di Amnesty nell’ambito della maratona per i diritti umani “Write for Rights”. Nel 2012 le firme raccolte nel nostro Paese sono state 82mila in due settimane (un milione e mezzo nel mondo) e, ad oggi, buona parte degli appelli ha avuto esito positivo o è ancora in via di risoluzione. Ultimo in ordine di tempo è il caso di Yorm Bopha, rilasciata su cauzione il 22 novembre grazie al sostegno di Amnesty International e ora in attesa del ritiro di tutte le accuse cadute sulla sua persona.