Egregio Direttore,
di fronte a quanto accaduto in questi giorni drammatici è necessario “gridare” con forza che a ciascuno deve essere assegnata la sua propria parte di responsabilità, affinché certe situazioni di emergenza e di inefficienza, come quelle che si sono verificate, non si ripetano più.
In Abruzzo, però, tutte le disgrazie hanno inizio dalla “questione morale” e le stesse enormi, impreviste e disastrose conseguenze materiali, umane e sociali di un evento “naturale” ma “atteso”, come la neve, la pioggia, l’esondazione “storica” dei corsi d’acqua, le esponenziali conseguenze di un terremoto nelle zone ad alto rischio, non sono estranee al malgoverno ed alla corruzione politica ed amministrativa che hanno coinvolto in questi anni buona parte della precedente ed attuale classe dirigente.
E’ dagli inizi degli anni ’90 che, anche come Parlamentare abruzzese dal 1992 al 1994, denuncio una “preoccupante” situazione politica ed amministrativa che avrebbe portato al disastro di oggi, ed è maturata in me la convinzione che tutto ciò fosse già preannunciato dagli eventi precedenti.
Ho lottato per prevenire ed ho denunciato, in particolare, l’abbandono al degrado, alla inefficienza ed alla insicurezza di tutto il sistema stradale e ferroviario dei trasporti delle persone e delle merci; il trasferimento del 90% del trasporto delle merci su gomma e non su ferrovia e via mare, con un aumento esponenziale del numero dei TIR e dei mezzi pesanti in transito su tutte le strade regionali, provinciali e comunali e fin anche all’interno dei centri abitati; la irresponsabile cementificazione di Fiumi, Torrenti, Fossi naturali e canali di raccolta, spiagge e dune, rendendo inconsistente e inefficace ogni forma di “prevenzione” degli eventi atmosferici e calamità naturali; la caduta a pezzi di importanti strutture “strategiche” di grande viabilità, grandi opere pubbliche, ospedali, tribunali e scuole di ogni ordine e grado e servizi essenziali per la sicurezza e per la tutela della salute e della vita dei Cittadini abruzzesi.
Oggi, non possiamo che prendere atto di una amara e dura verità: i partiti che hanno detenuto il potere alla Regione, nelle Province e nei Comuni più importanti, i politici più potenti e influenti, gli amministratori più osannati dalle folle e dai clienti ed i loro funzionari, dirigenti, consulenti, tecnici ed esperti di riferimento e di nomina politica, non hanno favorito, come erano in dovere di fare, né tutelato lo sviluppo sostenibile del nostro territorio. Pertanto, forse anche con il loro silenzio e assenso, agenzie, società, imprese, consorzi e costruttori spregiudicati,, hanno messo le mani e si sono appropriati di ogni e qualsiasi tipo di finanziamento pubblico, regionale, nazionale ed europeo.
Pio Rapagnà – ex Parlamentare
Roseto degli Abruzzi, 5.11.2013