Con l’udienza di oggi è entrato nel vivo il cosiddetto “Processo di Bussi” che vede imputate 19 persone, coinvolte a vario titolo nella gestione delle aziende per anni attive in quel polo industriale. Le accuse principali sono disastro ambientale e avvelenamento delle acque, reati gravissimi che hanno comportato l’affidamento del processo alla Corte d’Assise di Chieti. Nella prima parte dell’udienza di oggi sono state esaminate le richieste, vecchie e nuove, per la costituzione delle parti civili. La Corte, presieduta dal Giudice Geremia Spiniello, ha confermato la legittimità della presenza del WWF per il radicamento nel territorio e il ruolo attivo che l’associazione ha svolto nella vicenda.
“Siamo pienamente soddisfatti – dichiara l’avv. Tommaso Navarra, legale dell’associazione ambientalista – per il riconoscimento anche formale che la Corte ci ha confermato. Va dato atto del resto, da questo punto di vista, di onestà intellettuale ai difensori degli imputati che, nel richiedere l’esclusione di molte parti civili dal processo, non hanno ritenuto di porre in discussione il ruolo del WWF”
“Auspichiamo – aggiunge il presidente del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio – che la giustizia faccia rapidamente il suo corso, grazie ai ritmi cadenzati che il presidente Spiniello ha imposto al processo, ma ribadiamo che, al di là dell’esito della vicenda giudiziaria, è fondamentale per gli abruzzesi che si arrivi anche alla bonifica dei siti inquinati”.
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Per i giornalisti: associazioni ammesse come parti civili: WWF Italia; Legambiente, Italia Nostra, Marevivo, Codici Abruzzo
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