Premesso che non credo ad “aggressioni giudiziarie” né a complotti, né a dietrologie di alcuna natura, ma credo che sia diritto della Magistratura indagare, della Stampa informare e dei Cittadini ad essere informati, nonché di chi è inquisito a potersi difendere, do conto di come si sono svolti i fatti, corredati di documenti, in merito alle contestazioni di cui ai punti a) e b) dell’informazione di garanzia (allegato 1).ALLEGATO n. 1
Riguardo al punto a) – missione a Verona (Vinitaly) – è avvenuto esattamente l’opposto di quanto contestato, ovvero che “nell’esibire le ricevute fiscali… e nell’omettere scientemente di indicare l’utilizzo della camera d’albergo unitamente ad altra persona e che i pasti erano stati consumati da 2 persone”.
In realtà, nel prospetto di riepilogo spese (allegato 2) ALLEGATO n. 2fornito in copia conforme, si chiede espressamente la liquidazione al 50% delle spese d’albergo e di vitto.
A tal fine è sufficiente assumere informazioni dai funzionari degli Uffici preposti.
Riguardo al punto b) – missione a Varenna (Convegno Studi Amministrativi) – gli scontrini/fattura sono regolarmente allegati e per quanto attiene la fattura di euro 80 della taverna Colleoni dell’Angelo, è avvenuto esattamente il contrario di quanto contestato al punto b): “nell’esibire le ricevute fiscali… e nell’omettere scientemente di indicare l’utilizzo della camera d’albergo unitamente ad altra persona e che il pasto era stato consumato da 2 persone; nel non aver esibito ricevute relative ai pasti consumati per complessivi 60 €”.
In realtà, la cena fu consumata non da 2, ma da 3 persone, di cui 2 consiglieri regionali. La somma dovuta fu interamente liquidata di propria tasca dai suddetti consiglieri, ai quali fu rilasciata ricevuta fiscale, su specifica richiesta degli stessi, per un importo notevolmente ridotto di 80 € cadauno.
Per quanto attiene il pernottamento in albergo, il prezzo per la camera uso singola e quello per la camera uso doppia era sostanzialmente identico, come risulta dalla libera visione del sito internet dell’hotel.
Riguardo il fatto di non aver esibito ricevuta relativa al pasto di 60 €, la stessa esiste ed è agli atti. Altrimenti non si vede come gli Uffici preposti avrebbero potuto corrispondere il relativo rimborso.
L’Aquila, 24 gennaio 2014
Cesare D’Alessandro
Consigliere regionale