Il 21 Febbraio, alle ore 10, c’è stata la conferenza stampa organizzata nel bar Vittoria a Chieti, per la presentazione del giornale La Voce dei Marrucini, che sostituisce La Voce dei Quartieri di Chieti.
Presenti il direttore responsabile Ugo Iezzi, il capo redattore Mario D’Alessandro, il direttore artistico Elda Di Matteo,altri giornalisti e collaboratori della testata giornalistica, oltre al pubblico.
Al momento, questo giornale, a tiratura mensile,è l’unico edito in città ed è un punto di riferimento per chi ama l’informazione, raccontata dai “narratori della comunità teatina”.
I quotidiani Il Tempo, Il Messaggero ed ultimo, nel mese di Gennaio, Il Centro,si sono trasferiti.
A differenza della prima edizione, è stato aggiunto un inserto di 4 pagine “ Lu Rapelazze”.
L’espressione dialettale “TA RECAPE LU RAPELAZZE” si può spiegare come, “sciogliere uno ad uno tutti i peli arruffati che formano un ammasso, che la grandissima parte delle persone ritiene inutile, perchè impossibile snodare”.
In breve, risolvere la “Magagna”, cioè l’imperfezione, la colpa di un qualche cosa.
Quindi, nell’inserto, ci sono articoli che segnalano alcuni “nei” nella città , ma in spirito di critica costruttiva e collaborazione, come la chiusura di conventi, parrocchie, botteghe.
Renato di Matteo pensò di realizzare anni fa un giornale, partendo dalla sua esperienza nel quartiere del Tricalle e coinvolgendo giornalisti ed amici.Lui,da autodidatta, partendo da zero, realizzava il progetto grafico e l’impaginazione degli articoli, lavoro non semplice.
Non possiamo dimenticare le sue telefonate, anche insistenti a qualche ritardario, per accelerare l’articolo, al fine di rispettare la data dell’uscita del giornale.
Il suo impegno, la voglia di fare, il suo sorriso, il trovare gli sponsor, ci ha galvanizzati.
All’arrivo delle copie del giornale, per non dare fastidio,ne piegava 1500 senza chiedere aiuto, ma da subito,invitava a scrivere gli articoli per il mese successivo,ciò per accontentare i cittadini che chiedono insistentemente il nuovo numero, dal giorno successivo alla consegna. Purtroppo, la sua malattia ha creato tante difficoltà e dopo una interruzione e la ripresa, alla fine Renato ci ha lasciati.
Il nostro impegno è stato quello di continuare la pubblicazione, non far morire questa sua creatura. Ce l’abbiamo fatta, non è semplice, ma con l’aiuto di sponsor che credono nella visibilità del giornale, mensilmente riusciamo a stampare.
La redazione tutta ha voluto sponsorizzare IL PROGETTO n.26 Or@le – che fare, che vuole essere il primo social network delle culture popolari. La Rete Italiana di Cultura Popolare è un’associazione culturale nata nel 2009 che ha per scopo la realizzazione di azioni policulturali per la valorizzazione e la riproposizione delle culture popolari e dei rituali sociali, antichi e moderni.
La proposta si può leggere nella quarta pagina dell’inserto Lu Rapelazze.
http://www.che-fare.com/progetti-approvati/orle-culture-popolari/
Sarà possibile votare sino alle ore 18.00 del 13 marzo 2014.
Il prossimo passo è creare una pagina WEB e “glocalizzare” il giornale.
La glocalizzazione ritiene che il fondamento della società in ogni epoca sia stata ed è la comunità locale, al fine di diventare multinazionale o globale e pone al centro della sua “filosofia”, l’individuo, la persona umana, il patrimonio locale materiale e immateriale della persona e del gruppo di appartenenza.
Chissà se queste considerazioni sono capaci di farci uscire dalla crisi e svilimento nelle relazioni sociali.
N.B.Si può scaricare il giornale in PDF utilizzando questo schermo
Luciano Pellegrini