SEL lancia il tema del sociale come filo conduttore del proprio
impegno nelle prossime elezioni amministrative. L’ idea di fondo è un
piano regolatore sociale, così come si fa per lo strumento
urbanistico. L’ obiettivo è mettere insieme un sistema dell’
inclusione, e non dell’ esclusione.
Bisogna costruire una città dei diritti attraverso le risorse che non
sono tante ma che si possono trovare.
Negli anni dell’amministrazione Vallescura e Marini, oltre alle
speculazioni edilizie e allo sperpero di denaro pubblico per una
gestione fallimentare dei rifiuti con evidenti ricadute sui cittadini
c’è da ricordare la superficialità di risolvere problematiche
importanti per il turismo dalla pista ciclabile alla difesa della
costa.
A pochi mesi dal voto SEL lavora per impostare un serio intervento
politico di sostegno per il piano regolatore sociale che è un mezzo
per sviluppare a pieno le politiche per una migliore qualità della
vita e per il benessere della collettività.
Il Piano Regolatore Sociale riguarda l’aspetto socio – assistenziale,
socio – sanitario, l’abitazione, il tempo libero e le reti sociali.
Il primo valore che ci deve guidare in questo nuovo progetto è la
centralità di ogni singolo cittadino nelle sue proiezioni relazionali:
il lavoro, la famiglia, la comunità e il territorio, quali ambiti di
relazioni solidali. Esso potrà offrire migliori prospettive
soprattutto ai giovani e alle donne, oggi penalizzati da una società
bloccata e incapace di valorizzare tutto il proprio capitale umano.
Così come sarà maggiormente idoneo a intervenire su situazioni di
solitudine ed emarginazione, con particolare attenzione alle persone
più anziane, ai diversamente abili e agli extracomunitari.
Questo progetto vuole essere la risposta a ogni forma di individualismo.
Per realizzare ciò non ci si deve limitare al miglioramento dei
servizi sociali, ma bisogna favorire una crescita del benessere nel
paese perché essa sia più accogliente, più vivibile, più compatibile
per le classi disagiate (bambini, anziani, disabili).
Gli strumenti necessari che saranno utilizzati in maniera diversa sono
i Piani di Zona, da revisionare e adottare in base alle esigenze delle
città interessate.
Tuttavia non bisogna ridurre il Piano Regolatore Sociale a un sistema
assistenzialista, dove l’organizzazione dei servizi viene decisa tra
ente pubblico e soggetti erogatori perché in questo modo il cittadino
è un semplice utente destinatario di interventi. Il Piano Regolatore
Sociale deve puntare a una combinazione avanzata tra responsabilità
istituzionali pubbliche e responsabilità socialmente diffuse.
CIRCOLO SEL SILVI
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Sinistra Ecologia e Libertà