Sabato 7 marzo alle ore 18 presso la libreria Feltrinelli di Pescara (via
Milano) sarà presentato Avere trent’anni l’ultima silloge di
poesia di Federica D’Amato, pubblicata dalla Ianieri Edizioni. A
parlarne con l’autrice uno dei più valenti scrittori italiani,
Giovanni D’Alessandro, narratore di romanzi che negli ultimi dieci
anni hanno segnato la memoria storica della letteratura italiana, fine
appassionato e conoscitore di poesia. Questa sarà la seconda data
abruzzese dedicata al nuovo libro della D’Amato, dopo la prima
presentazione che si è svolta a dicembre alla presenza del poeta Davide
Rondoni; nei prossimi mesi l’autrice porterà la sua poesia in giro per
l’Italia, da Bologna a Milano, Torino, Gaeta fino ad arrivare in
Sicilia. Una terza prova poetica, quella della D’Amato, che conferma
la sua insopprimibile vocazione al dettato poetico, una voce antica e
nuova al tempo stesso, una poesia cólta, dolorante, gentile, in linea con
le più alte esperienze d’avanguardia
del ‘900 europeo. «La regina dell’amore triste», l’ha definita
lo stesso Giovanni D’Alessandro, «la scoperta di una brava poetessa»,
ha detto di lei Domenico Calcaterra, uno dei più bravi critici letterari
italiani della nuova generazione. Il libro – ottimo prodotto editoriale
con il quale la casa editrice Ianieri ha voluto riportare in auge un certo
modo di fare editoria , porta a conclusione la prestigiosa nota di
lettura di Luigi Trucillo, memorabile poeta della linea partenopea, voce
assoluta del panorama letterario italiano.
Sabato 1 marzo Avere trent’anni sarà presentato anche a Roma, alla
libreria Scripta Manent (via Pietro Fedele n°58), con la presenza
straordinaria dello scrittore Renzo Paris.
IL LIBRO Chissà perché i testi ancorati alle esitazioni delle fasi di
passaggio riescono a parlarci meglio dellanacronismo degli spazi
interiori. La risposta più semplice è che con il proprio formalizzarsi
nellindeterminatezza di una pausa riescono a fare dellimpasse un
movimento conoscitivo. Da questo punto di vista risultano quasi esemplari
gli esiti dellultima prova poetica di Federica DAmato, che fin dal
titolo Avere trentanni, si sofferma sullo sconcerto di chi al termine
della giovinezza si trova davanti alla necessità di un consuntivo. Tutti
abbiamo sperimentato limportanza di quel personalissimo passaggio
obbligato verso lindipendenza e la solitudine chiamato linea dombra.
Possiamo ben comprendere quindi quanto sia stimolante fare i conti con
quelle particolari sensibilità poetiche in cui questo passaggio si
rovescia nella comparsa di unombra della linea; nelladdensarsi cioè,
sul tratto ancora esitante di ciò che appare, delle nebbie e i fantasmi
che
possiedono segretamente ogni esperienza [
]. Dalla nota introduttiva
Lintraducibile di Luigi Trucillo
L’AUTORE Federica D’Amato si occupa di editoria, giornalismo e
letteratura. Vive e lavora a Pescara.