Il sindaco Francesco Mastromauro e l’assessore Archimede Forcellese esprimono la loro soddisfazione per l’interesse che sta suscitando l’esperienza dei Comitati di quartiere giuliesi. “Piace il modello innovativo di democrazia partecipativa targato Giulianova. Dopo S. Egidio alla Vibrata, Teramo e Bussi sul Tirino – dicono il sindaco e Forcellese – sono infatti previsti incontri ed assemblee in altre località abruzzesi per discutere delle nostre realizzazioni e per capire meglio come la politica possa tornare nelle mani dei cittadini anche imparando dalle criticità di un’esperienza, la nostra, che non ha ancora nemmeno un anno. Evidente come intorno a questi contenuti politici di grande innovazione si sia creato l’interesse di amministrazioni comunali, gruppi politici, associazioni e movimenti civici di altre città che guardano all’esperienza giuliese come a un modello ripetibile. A Teramo, è cosa nota, sono stati migliaia i cittadini che avevano chiesto l’attivazione di un referendum consultivo previsto nello Statuto comunale, salvo poi scoprire che non era possibile farlo per la mancanza di un regolamento attuativo e di un organismo indipendente di garanzia. Messa alle strette, l’Amministrazione comunale ha poi approvato un regolamento attuativo, ma era congegnato in maniera tale da impedire in ogni caso lo svolgimento dello strumento partecipativo pur previsto dalla Statuto. Che dire? La democrazia – proseguono il sindaco e l’assessore – evidentemente fa paura alle forze politiche che guardano al passato. A noi no. Grazie all’Associazione Demos a Giulianova, unica città in Abruzzo, sono possibili e attuabili referendum consultivi, propositivi e abrogativi. Ma anche proposte d’iniziativa popolare e tutte le consultazioni previste nei comitati di Quartiere. Questi ultimi, a differenza di altre realtà vicine, sono organismi indipendenti dal Comune, liberi di autoregolamentarsi, eletti a suffragio universale su auto-candidature e lontani dai partiti politici tradizionali. L’esperienza giuliese in molti casi è presa a modello; in altri stupisce e infastidisce quanti non si aspettavano che un’Amministrazione in carica potesse decidere di attivare gli strumenti della democrazia partecipativa e diretta, avviando così un percorso irreversibile di trasformazione del rapporto fra i cittadini e la politica”.