Sono solo 7 su 30 in Abruzzo gli uffici del giudice di pace che, su decreto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, sono stati tenuti in vita. Per la provincia di Teramo si conferma la chiusura degli uffici di Campli, Giulianova, Montorio al Vomano, Nereto e Notaresco, accorpati a Teramo. Solo Atri conserverà la sede del Giudice di pace.
“Sin dal 2012 – dichiarano il sindaco Francesco Mastromauro e il consigliere Jurghens Cartone – abbiamo cercato più volte, e siamo stati solleciti nel farlo, un accordo con le 12 amministrazioni comunali ricadenti nella competenza dell’ufficio giudiziario di Giulianova per evitare la soppressione del Giudice di pace. Non solo: sulla questione abbiamo organizzato diversi incontri: da quello in Comune, il 25 febbraio 2012, cui partecipò il senatore Giovanni Legnini, all’altro, tenuto il 25 ottobre seguente in Sala Buozzi, con l’invito rivolto a tutti i sindaci, ai parlamentari della provincia di Teramo ed ovviamente ai consiglieri giuliesi, di maggioranza e di opposizione, che vide la presenza dell’onorevole Tommaso Ginoble. Era infatti necessario, come stabilito dalle disposizioni ministeriali, consorziarsi per sostenere insieme le spese per il mantenimento dell’Ufficio. Spese riguardanti non solo il funzionamento della sede, ma anche gli stipendi del cancelliere e del personale amministrativo, in totale 5 persone, di cui ci saremmo dovuti fare carico. Nel complesso diverse centinaia di migliaia di euro l’anno. Una somma elevata – continuano il sindaco e Cartone – che Giulianova da sola avrebbe anche potuto accollarsi, ma togliendo risorse al sociale, alle scuole e ad altri servizi per la collettività. Un’eventualità, questa, prospettata il 29 febbraio 2012 in Consiglio comunale. Si trattava, insomma, di fare una scelta, chiaramente politica e, come avviene in altre città quando sono in gioco questioni importanti per la collettività, da condividere, responsabilmente, tra maggioranza e minoranza. Ma l’opposizione, che sulla questione ha riservato scarso interesse, ha risposto picche. Dunque, se Giulianova voleva conservare l’Ufficio del giudice di pace doveva accollarsi tutte le spese o, come avevamo richiesto, consorziarsi con altri Comuni. Altre strade non ce n’erano. Purtroppo nessuna delle amministrazioni comunali interpellate ha voluto, o potuto, mettere mano al portafogli. Ed ecco il risultato. Atri, infatti, ha conservato il Giudice di pace grazie ad un accordo con Cermignano, ripartendo i costi. Rimane il fatto – concludono il sindaco e Cartone – che ormai qui si taglia tutto e ovunque, e che per evitare che lo Stato arretri non si possono chiedere ai Comuni, ai quali Stato e Regione tagliano le risorse, sacrifici di tipo economico che poi ricadono sui cittadini”.