“Corre obbligo intervenire nella querelle sul numero dei provvedimenti disciplinari nei confronti del dirigente Flamminj e precisare che il presidente Catarra ha fornito una notizia corretta: infatti, a carico del Dirigente risultano mosse 2 contestazioni di addebito disciplinare ed effettuata la riapertura dei termini di un procedimento disciplinare contestato dall’amministrazione D’Agostino e sospesa a suo tempo per contestuale procedimento penale.
Evidentemente Flamminj considera provvedimenti disciplinari anche le mere segnalazioni che, per obbligo di legge, sono atti dovuti; il che vale anche per tutti gli altri dirigenti e per il personale. Non si forniscono dati, che in termini comparativi dimostrerebbero palesemente che non vi è stata alcuna vessazione o disparità di trattamento tra Flamminj e il resto della dirigenza, solo perché si tratta di atti coperti dalla riservatezza.
La pubblica amministrazione sta vivendo una vera e propria rivoluzione in termini culturali, professionali e normativi: la forte spinta all’accessibilità totale e alla trasparenza, il ripristino, dopo decenni, delle verifiche sia preventive che successive sugli atti dei dirigenti, la lotta alla corruzione e in generale all’illegalità, fanno si che in capo al Segretario generale, quale vertice burocratico dell’amministrazione, siano stati posti dei precisi obblighi di controllo. Un cambiamento al quale, ognuno con i propri tempi, si dovrà necessariamente adeguare.
A questo proposito va sottolineato che la rotazione dei dirigenti introdotta dalla Provincia nel 2011 (che ha riguardato tutti i dirigenti e non solo Flamminj) lungi dall’essere “una stranezza” con la norma Anticorruzione è ora diventata un obbligo di legge per tutta la Pubblica amministrazione.”
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