Abruzzo

Replica a Confagricoltura: nella difesa dell’orso il WWF è contro le storture del sistema Nessuna accusa all’intero comparto zootecnico ma nascondere i problemi è sbagliato

 

Il nostro recente comunicato sulla primaria esigenza di salvaguardare l’Orso marsicano, oggi sulla soglia dell’estinzione, ha generato le rimostranze di Confagricoltura Abruzzo che, in una sua nota, parla di accuse del WWF all’intero comparto zootecnico delle zone interne e ci taccia di demagogia.

Lungi da noi l’idea di contestare l’allevamento serio, locale, antico tesoro dei pascoli appenninici e delle verdi valli abruzzesi. Ma, e questo Confagricoltura dovrebbe saperlo, vi è “Allevamento” e “allevamento” ed è quest’ultimo , quello con l’iniziale minuscola, avulso dalle tradizioni del territorio, che crea problemi. Un allevamento che vede gli animali abbandonati a se stessi su pascoli sempre più affollati; un allevamento portato avanti da persone che si appropriano dei pascoli migliori sottraendoli a quei veri allevatori che da generazioni fanno la cultura d’Abruzzo (e ciò grazie a residenze dell’ultimo minuto); un allevamento non radicato sul territorio, che opera in maniera inappropriata e non sempre rispettosa delle norme e che si approfitta degli incentivi comunitari.

È questo modo di fare che il WWF vuole denunciare con forza, anche a vantaggio degli allevatori che da sempre lavorano intelligentemente nel territorio, col rispetto delle regole scritte e di quelle non scritte che loro stessi hanno saputo darsi in secoli di convivenza con un ambiente di cui fanno parte e che amano tanto quanto lo amano gli ambientalisti di tutto il mondo, oggi in allarme per le sorti di una specie che è, come giustamente scrive anche Confagricoltura, patrimonio dell’intera umanità.

“Siamo dunque ben lontani dal volere criminalizzare un intero comparto, cosa che del resto non abbiamo mai fatto. Ben altra – sottolinea il Presidente regionale Luciano Di Tizio – è l’opera promossa dal WWF negli ultimi anni in Abruzzo: il WWF è in prima linea nell’aiutare allevatori e agricoltori a difendere il loro patrimonio oggi attraverso la distribuzione di recinti elettrificati, in passato assegnando cani pastori. Il nostro intento è fare evidenziare quelle gestioni inappropriate e quelle distorsioni dell’allevamento zootecnico che non possono e non vogliono in alcun modo convivere con la natura del nostro paese. La demagogia non è di chi ogni giorno lotta per la conservazione dell’orso, ma di chi invece nasconde i problemi che oggi indubitabilmente vi sono dietro una attività zootecnica non sempre radicata sul territorio”.

Lasciare animali al pascolo incustoditi in aree dove vi è la presenza di predatori è come allestire un banchetto . Eppure in queste aree, dove i veri allevatori hanno imparato nei secoli a convivere con orsi e lupi e si dotano di strumenti di prevenzione, insistono oramai anche questi altri tipi di allevatori, che degli animali si preoccupano poco, ma che poi spesso sono i primi a denunciare i danni subiti, chiedendo contributi. Allo stesso modo nascondere il problema della diffusione di malattie crea un danno sia agli allevamenti, sia agli animali selvatici.

“Il WWF – conclude il Presidente – è come sempre accanto a tutti quelli che lavorano in favore del territorio e nel caso specifico che si preoccupano di dare un futuro all’Orso marsicano. Si oppone invece a chi pratica attività che possono arrecare danno, più che mai quando si tratta di pratica estranee e contrarie ai veri interessi locali”.

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