Spiagge libere, la Fab-Cna: via subito quelle discariche a cielo aperto Tomei: task force per pulire gli arenili, in gioco economia turistica e salute dei cittadini

 

 

PESCARA – «I Comuni devono evitare che le spiagge libere si trasformino in discariche a cielo aperto, prima dell’avvio della stagione balneare. Se non lo faranno, ci rivolgeremo ai prefetti per chiedere che intervengano d’autorità». Lo chiede Cristiano Tomei, segretario regionale della Fab-Cna, la federazione autonoma dei balneatori aderente alla confederazione artigiana, secondo il quale «la condizione di degrado di molti tratti di arenile abruzzese, documentata in queste settimane dai mezzi di informazione, rischia di trasformarsi in un boomerang in prossimità dell’avvio della stagione balneare e turistica: perché le imminenti feste pasquali rappresentano, tradizionalmente, l’occasione per i turisti di scegliere le mete delle vacanze estive sulla costa».

Ai rischi per il turismo – aggiungono i balneatori della Fab-Cna – si associano anche quelli per la salute e l’igiene pubblica: a forte rischio, visto che i cittadini sono costretti a fare lo slalom tra rifiuti di ogni genere, durante passeggiate con i bambini, o attività sportive.

Molti dei rifiuti accumulati sui tratti di spiaggia libera o in prossimità delle foci dei fiumi – ammette Tomei – sono frutto delle mareggiate e del maltempo degli ultimi mesi. Un buon motivo, la ciclicità di questi eventi, per coordinare le diverse forze in campo (Regione, Comuni costieri, titolari di concessioni) ed avviare periodici programmi di pulizia delle spiagge libere, che tengano conto di quanto stabilito dalle disposizione della Regione Abruzzo. «Con ordinanze e circolari – spiega – la Regione è intervenuta per regolare sia gli aspetti legati alle modalità di intervento sulle spiagge, nel rispetto della natura, sia le attività di smaltimento dei rifiuti. Norme alle quali, tanto i Comuni, quanto i balneatori, devono attenersi».

I balneatori della Cna («Non ce l’abbiamo con i sindaci, ma intendiamo tutelare fino in fondo le nostre imprese, l’economia turistica costiera e la salute delle persone») avvertono che, di fronte a eventuali atteggiamenti di inerzia, solleveranno la questione della pulizia delle spiagge innanzi ai prefetti.

 

26/3/2014