Allergie ai farmaci il caso della cantante Miley Cyrus: un paziente su 100 ne rimane colpito. In aumento quelle più gravi
Miley Cyrus in ospedale, per una forte reazione allergica al farmaco Cephalexin, assunto per curare una sinusite. Gli specialisti della Siaaic chiariscono i rischi per i soggetti allergici
Le reazioni ai farmaci possono essere lievi, come ad esempio solo orticaria, una manifestazione limitata alla cute. In altri casi, sempre più frequenti, le reazioni sono più gravi e anche di tipo respiratorio, talora fatali.
E’ ancora in ospedale Miley Cyrus: la popstar di Wrecking Ball, attualmente impegnata con il suo Bangerz World Tour 2014, deve restare sotto osservazione tra i 5 e i 27 giorni, dopo la reazione allergica provocata dall’assunzione del Cephalexin, un antibiotico per curare la sinusite.
Lo scalpore suscitato da questa notizia ci riporta ancora una volta a sottolineare quanto questo tipo di allergie possa essere costantemente in agguato e quanto gravi possano essere i sintomi e le conseguenze di queste reazioni. Si stima attualmente che in Italia almeno 1 paziente su 100 possa aver avuto (o sia destinata ad avere) una reazione a farmaci, anestetici (locali o generali) o mezzi di contrasto utilizzati in radiologia.
“Questo numero, già di per sé impressionante, è destinato a crescere significativamente nei prossimi anni – spiega il Prof. Massimo Triggiani, Past Presidente SIAAIC, Società Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica, e Docente presso l’Università di Salerno – sia per l’impiego sempre più diffuso di farmaci e molecole ad uso diagnostico sia per l’immissione in commercio di nuovi agenti farmacologici ad uso terapeutico. Esiste, ovviamente, un rapporto diretto tra la frequenza di uso di un farmaco e la possibilità che questo possa scatenare una reazione allergica. Non a caso, i farmaci più frequentemente implicati nelle reazioni allergiche sono quelli di uso più comune, gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli antibiotici, come nel caso di Miley Cyrus”.
Le reazioni ai farmaci possono essere lievi e dare, ad esempio, solo orticaria, una manifestazione limitata alla cute; in altri casi, che purtroppo stanno diventando sempre più frequenti, le reazioni sono più gravi e possono essere di tipo respiratorio, ad esempio una crisi severa di asma, gastrointestinale, con dolori addominali e diarrea intensa, fino alle forme più pericolose per la vita quali l’angioedema, che può causare asfissia, e lo shock anafilattico.
“L’allergia a farmaci è, purtroppo, un’allergia che può colpire chiunque, bambini, adulti ed anziani – aggiunge il Prof. Triggiani – non sempre ci sono indagini per poterla prevedere in anticipo e, soprattutto, può verificarsi anche con farmaci che sono stati assunti per molto tempo senza reazioni. Per questo diventa molto importante che anche minime reazioni, lievi o di breve durata, siano valutate in maniera approfondita da uno specialista allergologo. La reazione a farmaci è sempre una reazione generale del sistema immunitario e, come tale, deve essere affrontata da specialisti capaci di valutare il paziente nel suo insieme e non soltanto dal punto di vista di un singolo organo”.
Con l’aumento del consumo dei farmaci si è verificato parallelamente un aumento delle reazioni avverse. Le reazioni sono imprevedibili, indipendenti dalla dose (possono verificarsi anche con dosi molto piccole) e possono provocare quadri clinici molto gravi e talvolta mortali. Gli antibiotici si confermano come prima classe di farmaci responsabile, a causa del loro grande utilizzo.
“Tra i fattori di rischio – aggiunge il Dott. Francesco Gaeta, allergologo della SIAAIC – Unità di Allergologia del Complesso Integrato Columbus Roma – bisogna considerare il sesso, più frequente nelle donne, l’età, prevalentemente tra i 20 e 40 anni), l’immunogenicità dei farmaci, con gli antibiotici betalattamici maggiormente incriminati, i trattamenti terapeutici frequenti-intermittenti e la via di somministrazione, in quanto la via parenterale è la più immunogenica. La presenza di altre allergie, quali oculorinite, asma e allergia alimentare, non sembra costituire un fattore di rischio. Attualmente sono presenti linee guida internazionali che aiutano gli specialisti ad effettuare una diagnosi di allergia a farmaci e permettono di valutare la possibilità di somministrare farmaci alternati in sicurezza”.