Abruzzo

Il 16 novembre Napoli ha visto più di 100.000 persone manifestare contro il disastroso inquinamento che

Il 16 novembre Napoli ha visto più di 100.000 persone  manifestare contro il disastroso inquinamento che affligge la terra dei fuochi a causa di un sistema che si serve della mafia per diminuire i costi di smaltimento rifiuti ed aumentare i profitti, distruggendo l’economia locale e ponendo a rischio sanitario milioni di persone. Hanno partecipato anche  comitati, collettivi e singoli cittadini abruzzesi perché si è capito che, in forme diverse,  il Biocidio riguarda anche la nostra regione. Perché più di mezzo milione di persone ha bevuto fino al 2007 l’acqua avvelenata di Bussi, dove enormi discariche e un sito industriale tutt’ora contaminato incombono sull’intera vallata del Pescara inquinata dal mercurio e altre sostanze tossiche fino alla foce. Perchè a Tollo (discarica Sogeri ) da anni sono stoccate tonnellate di sostanze tossiche incontrollate. E perchè esistono altre centinaia di siti contaminati e il 70% dei fiumi abruzzesi sono ridotti a vere e proprie fogne. In Abruzzo il ciclo dei rifiuti è controllato in regime di monopolio da soggetti privati e la raccolta differenziata dopo anni e anni a malapena è riuscita a superare il 40%, (lontano dagli obiettivi fissati dalla legislazione ). Ed ora dopo il fallimento, i soliti   chiedono la realizzazione di uno o più inceneritori . Intanto le multinazionali del petrolio vogliono imporci la deriva petrolifera con le perforazioni a terra e in mare e la realizzazione del megaprogetto di Ombrina. La strategia energetica nazionale prevede che venga costruito un mega elettrodotto ad altissima tensione che collega il Montenegro con l’Italia e che in Abruzzo prevede il raddoppio della dorsale adriatica nel tratto Villanova-Gissi, con conseguente inondazione di onde elettromagnetiche (cancerogene), impossibilità di piani di sviluppo legati al turismo e all’agricoltura, e danni diffusi visto che per mantenere un sistema produttivo ormai fallito verrà importata dal Montenegro, dove sono in progetto opere energetiche disastrose fortemente contestate dalle comunità locali. Il monitoraggio della salute in Abruzzo è assente: non esiste un registro tumori e i dati raccolti non sono qualitativamente in grado di effettuare un’indagine epidemiologica valida. Da un’indagine dell’ASR (Agenzia sanitaria regionale), sebbene con dati parziali, emerge che in quattro macro-aree abruzzesi (L’Aquila, una parte cospicua dell’entroterra marsicano, il litorale dell’area metropolitana di Pescara, infine i comuni di Bussi sul Tirino e Popoli), esistono un’incidenza e mortalità per tumore significativamente più elevate rispetto alla media regionale  rafforzando la tesi della correlazione salute-ambiente-territorio. Lo pseudo sviluppo industriale promesso, ci lascia in eredità solo morte: di persone, di territori, di diritti. All’inizio di questo percorso molti ignoravano le conseguenze negative che avrebbe portato tale sistema produttivo/consumistico, ma le istituzioni sapevano e hanno taciuto e colluso con tale sistema.

Oggi tutti sappiamo. Ma solo dopo anni di silenzio, di inquinamento e sfruttamento selvaggio ci ritroviamo a dover spesso pagare il prezzo più alto: la vita.

Siamo nella fase finale di un percorso disastroso che coinvolge il futuro di tutti/e, ma anche in una fase in cui è ancora possibile dire che futuro vorremmo e nella quale riprendersi il diritto di decidere dei nostri territori. Le istituzioni si sono dimostrate incapaci di impedire la rovina dell’Abruzzo

Non continuiamo a nasconderci dietro la crisi, dietro la delega, dietro l’impotenza. Creiamo organismi  di base e nuove reti organizzative nelle quali e dalle quali partire per autogestire le nostre vite in armonia con la natura. Ricominciamo a partecipare alla gestione del nostro territorio. Non vogliamo che i nostri figli muoiano per i profitti di qualcuno, chi inquina e ha inquinato deve pagare, deve prevalere il principio di precauzione, perché la sobrietà, e non il consumismo, può garantire la felicità. Vogliamo che sia istituito un registro tumori e che sia effettuata un indagine epidemiologica in grado di valutare gli effetti delle sostanze nocive presenti in Abruzzo. Vogliamo la bonifica dei siti inquinati

vogliamo che si investa in posti di lavoro e strategie energetiche e di produzione legati alla tutela della vita e dell’abiente e non a nuovi cicli di produzione inquinanti.

Per noi aderire alla campagna STOP-BIOCIDIO significa proporre alternative ormai patrimonio comune delle comunità in lotta, in termini di nuovi modelli di gestione delle risorse, di processi di partecipazione e controllo sociale, di recupero di sovranità e di tutela delle popolazioni.

INFO. zonaventidue@gmail.com  segreteriah2oabruzzo@gmail.com 3381195358 – 34

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