“Mangiare carne è una crudeltà inaccettabile, mangiare i piccoli è una
barbarie. Scegli di essere Veg, comincia risparmiando la vita dei
cuccioli”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della
Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa),
presenta
il suo progetto di legge, depositato alla Camera nei giorni scorsi, che
vieta la macellazione e la commercializzazione a fini alimentari di
animali di
età inferiore a sei mesi. Un video-verità, realizzato da La Coscienza degli
Animali-Leidaa , racconta in meno di due minuti tutta la crudeltà
dell’uomo verso agnelli, capretti, vitelli, maialini e intende risvegliare
le coscienze collettive
(https://www.youtube.com/watch?v=xjc07CGtaJk&feature=youtu.be –
scaricabile al link
http://storage.flexvideo.it/f/brambilla/aprile2014/MVBrambilla_Pasqua.mp4.zi
p).
“La vigilia delle festività pasquali – osserva l’ex ministro – è il momento
più opportuno per riflettere sul consumo di carne e in
particolare sulla strage degli agnelli, dei capretti, e di tutti gli
animali di giovane età sacrificati alle esigenze dell’industria alimentare.
Sono vittime, letteralmente, della crudeltà e dell’ingordigia dell’uomo,
che non si accontenta di togliere la vita agli animali che mangia, ma la
vuole togliere “tutta”, agli individui più piccoli e più indifesi, solo
perché hanno la carne più tenera o perché lo impone la tradizione.
Milioni di cuccioli macellati ogni anno – agnelli, vitelli, maialini da
latte, capretti – sono un tributo di sangue che appare inaccettabile ad un
numero sempre maggiore di cittadini. Il costante declino, da alcuni anni a
questa parte, della domanda di agnelli per Pasqua ne è un’indicazione
importante. E’ tempo di modificare le crudeli abitudini alimentari degli
italiani, abbandonando questa barbarie e facendo un salto di civiltà”.
“Gli animali – continua l’on. Michela Vittoria Brambilla – nascono uguali
davanti alla vita ed è proprio quello alla vita il loro primo
diritto. Se non è quindi in alcun modo accettabile la strage di creature
viventi, in nome di un consumismo che si nutre di una tradizione insensata,
che a sua volta alimenta ogni giorno l’industria della carne, riesce ad
essere ancora più esecrabile quella di cuccioli di età inferiore ai sei
mesi
di vita. Occorre mettere in discussione simili consuetudini che sono
sintomo di arretratezza morale e che non possono più trovare spazio nella
nostra
cultura”.
“Per questo – continua – ho depositato nei giorni scorsi alla Camera un
progetto di legge che vieta “l’abbattimento, la macellazione, nonché
l’importazione e l’esportazione per tale finalità, di animali di età
inferiore a sei mesi, la vendita e il consumo delle loro carni”. E’ una
battaglia che ritengo possa essere combattuta da tutti i cittadini,
affinché l’Italia possa essere un esempio internazionale e faccia
sentire la voce
degli italiani in sede europea, dove vengono prese le decisioni di politica
agricola e zootecnica. Nel frattempo – conclude la parlamentare di Fi
– voglio rinnovare il mio appello a non consumare, durante le prossime
festività, carne di agnello o di capretto. Ci sono tante alternative
vegetariane, altrettanto gustose, che non richiedono la macellazione di
neonati. Per una “buona” Pasqua, in pace con te stesso e con gli animali,
non pagare un tributo di sangue!”.
DIDASCALIE FOTO
L’on. Brambilla insieme agli animalisti dell’Oipa in piazza San
Babila a Milano, dove hanno inscenato il funerale degli agnelli, con tanto
di corteo
funebre guidato da “la morte” che suona il violino e dietro i
militanti che indossavano mascherine bianche.
SCHEDA PROPOSTA DI LEGGE BRAMBILLA
Il testo è molto semplice, consta di 2 soli articoli. Il primo vieta, “su tutto il territorio nazionale, l’abbattimento, la macellazione, nonché l’importazione e l’esportazione per tale finalità, di animali di età inferiore a sei mesi, la vendita e il consumo delle loro carni”. Il secondo stabilisce le sanzioni per i trasgressori: la reclusione da tre mesi a tre anni e la multa da 3.000 a 50.000 euro. Per assicurare un’adeguata tutela dell’incolumità degli animali, la proposta di legge vuole dunque intervenire attraverso l’introduzione di opportuni divieti. Deve, infatti, ritenersi che la macellazione di animali di età inferiore a sei mesi sia assolutamente incompatibile con la finalità della riduzione delle sofferenze animali destinati al macello, doverosa anche alla luce degli obblighi giuridici derivanti dalle fonti primarie dell’Unione europea che mirano ad incrementare il benessere degli animali e la loro tutela nell’ambito delle attività propedeutiche alla macellazione e durante la macellazione stessa, tenuto conto che I’abbattimento degli animali rappresenta una fase di estremo dolore, ansia e sofferenza anche nelle migliori condizioni tecniche. Nel caso dei capretti, degli agnelli, dei vitelli, dei maialini e di ogni altro cucciolo animale, oltre alle normali sofferenze psico-fisiche alle quali l’animale è sottoposto, si aggiungono le sofferenze dovute alla separazione dalla madre.
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
Il “picco pasquale” di solito conduce al macello, per un solo giorno di festa, centinaia di migliaia di animali in tenera età, in passato fino ad un terzo dell’intero consumo annuale. Da anni, però, la domanda interna di agnelli, peraltro concentrata a Pasqua e a Natale, è sempre più debole, sia per l’effetto della crisi che per la maggiore consapevolezza dei consumatori. Secondo i dati Istat, nel marzo 2012 sono stati macellati oltre 474 mila tra agnelli, agnelloni, capretti e caprettoni (ma mancano all’appello gli animali uccisi nell’ultima settimana prima di Pasqua, che due anni fa cadde l’8 aprile). Nel marzo 2013 invece, con la Pasqua il 31 del mese, hanno perso la vita circa 486 mila capi. Tra ovini e caprini, nel 2013 sono stati macellati 3,16 milioni di animali, di cui quasi 2,4 milioni di agnelli. A questa schiera di “innocenti” possiamo aggiungere 744 mila vitelli, 537 mila maialini da latte, 114 mila capretti e caprettoni.
Gli agnelli “da macello” sono per lo più cuccioli di 30-40 giorni, nati dopo cinque mesi di gravidanza delle madri, la cui fecondazione è regolata in maniera tale da poter macellare i piccoli quando pesano 8-12 chili. L’intera produzione lattea della madre è destinata all’alimentazione dell’agnello, con un coefficiente di conversione pari a 5-6 chili di latte per ogni chilo di peso. Lo stesso risultato si può ottenere, con un tocco di crudeltà in più, attraverso l’allattamento artificiale. Si aggiunge che, gran parte degli agnelli e dei capretti che giungono in Italia provengono da Paesi dell’Est Europa, trasportati in condizioni precarie, senza cibo, acqua, senza la possibilità di muoversi, costretti in spazi molto angusti per lunghissime tratte che non prevedono soste.
Numerose investigazioni, anche sotto copertura, hanno documentato le condizioni di vita, di trasporto e di morte degli agnelli. Alcune delle immagini più significative si possono vedere nel video-verità realizzato da La Coscienza degli animali – Leidaa:
(https://www.youtube.com/watch?v=xjc07CGtaJk&feature=youtu.be – scaricabile al link http://storage.flexvideo.it/f/brambilla/aprile2014/MVBrambilla_Pasqua.mp4.zip)
LA CHIESA E GLI AGNELLI
Tra le comunità cristiane più antiche, l’agnello era rappresentato sulle spalle del pastore e simboleggiava l’anima salvata da Cristo. La sua uccisione per Pasqua non ha alcun fondamento nella tradizione cristiana, semmai ha radici nel Vecchio Testamento. E’ un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza, è un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’industria alimentare. Noti teologi sono del parere che consumare carne, e in particolare la carne dell’agnello non sia conforme allo spirito evangelico. “Il comandamento ‘non uccidere’, contrariamente a un’interpretazione che tradizionalmente è stata data, si estende anche agli animali”, afferma per esempio don Luigi Lorenzetti, Infatti si dice ‘Non uccidere’ e non semplicemente ‘Non commettere omicidio’. L’essere umano non ha il potere di creare la vita, non ha, quindi, il potere di toglierla. E’ necessario il passaggio da una mentalità utilitarista a una mentalità gratuita. Le creature, prima che utili, sono valore per sé stesse e dicono appartenenza al creatore che le ha create. Inoltre- continua Don Luigi Lorenzetti – è necessario il passaggio da una mentalità padronale a una mentalità di amministratore e di servizio. Occorre rivedere una concezione di tipo piramidale in cui l’essere umano sta, per così dire, in cima, sotto e in basso tutte le altre cose: elementi naturali, piante, animali. In questa errata concezione, il rispetto e l’insieme dei diritti riguardano soltanto l’essere umano, tutto il resto è in funzione e strumentale del medesimo.”