Pescara. Dietro la chiesa: il 16 aprile una rilettura del romanzo di Licio Di Biase

Mercoledì 16 aprile, alle ore 18.00, presso la sala Figlia di Iorio della
Provincia di Pescara, in Piazza Italia si svolgerà una rilettura del
romanzo storico di Licio Di Biase Dietro la chiesa (Edizioni Tracce 2003).
Saluti: Ubaldo Giacomucci (Presidente Edizioni Tracce).
Interviene: Vito Moretti (Poeta e Scrittore).
Alcuni brani tratti dal romanzo saranno letti da Vittorina Castellano.
Sarà presente l’Autore.

Da un intervento sul libro a cura di Vito Moretti:
Un libro tutto da leggere il romanzo “Dietro la Chiesa”, ricostruisce la
vicenda culturale, storica e sociale della piccola comunità di
Castellamare e ripercorre i complessi fenomeni che s’intrecciarono nella
vita della cittadina adriatica all’indomani della restaurazione borbonica
e dei primi moti risorgimentali. Si tratta, infatti, di una narrazione che
va dalla notte del 26 luglio 1837 al meriggio del 20 agosto 1839 e che,
sulla scorta di un’ampia documentazione archivistica, spesso di prima
mano, delinea le dinamiche connesse al mondo civile, alle consuetudini
religiose, al potere politico, alle condizioni sanitarie (come la minaccia
del colera) e alla realtà di un orizzonte cittadino e popolare che si
avvede abbastanza presto delle urgenze della storia e del progresso.
Ma il racconto non si limita ad attingere alla materia archivistica per
farne una tramatura di fondo, come accade nel romanzo storico di impianto
tradizionale; in quest’opera la storia si amalgama con la fisionomia
stessa dei personaggi, è anzi la loro concreta identità, è il loro modo
tangibile di essere e di agire, e i “documenti”, con la loro specifica
carica di verità, entrano nella fabula come parti insostituibili di essa,
fino ad orientare i giudizi, i comportamenti e le scelte dei protagonisti,
i quali appartengono tutti all’anagrafe e all’onomastica di quei medesimi
anni (il sindaco Giovanni Malagrida, il vicesindaco Giuseppe Fusilli, il
cancelliere Francesco Brenda, il vicecancelliere Sabatino Di Carlo, il
parroco Don Andrea Pandolfi, ecc.); sicché il libro di Licio Di Biase
riformula il canone del “romanzo storico” e fornisce un modello che appare
del tutto nuovo nell’ambito di questo genere letterario. Dietro la Chiesa
è anche un “atto d’amore” dell’autore verso la
propria città, ma senza alcuna enfasi retorica e senza pregiudizi
municipalistici.
La storia, per Di Biase, è via di consapevolezza e di libertà, […] si
ripropongono alla memoria le notizie riguardanti l’abitato, i costumi, le
fiere, la cucina e si registrano anche i proverbi che – di generazione in
generazione – hanno rappresentato la guida pratica e saggia di tanti
uomini e donne di Castellamare, chiamati a confrontarsi con il rigore dei
fatti e, talvolta, con le dure necessità dell’esistenza. Nel romanzo,
inoltre, si coglie una garbata ironia che accompagna, a mo’ di sottofondo,
lo svolgimento dei nuclei narrativi, e che assume spesso i toni del
buonsenso e della moderazione, specie di fronte a talune impuntature o a
taluni paradossi che sovente s’incontrano nelle latitudini della
quotidianità. E accanto alla sottile ironia – alla cui insegna peraltro il
libro si chiude – non manca un piacevole lirismo, come nella descrizione
della nevicata del Natale 1837 – nel cap. 2° –, o come nel tratteggio del
suggestivo scorcio di primavera – nel 3° cap. – e dell
a vendemmia – nel cap. 7° –, oppure negli accenni alla stagione delle
piogge – nel cap. 11° –, che rendono oltremodo gradevole la pagina nei
suoi percorsi e nei suoi livelli di espressività e di testimonianza. Si
tratta, dunque, di un libro tutto da leggere, e che sa dire molto al
lettore che voglia avere più chiare notizie sulla sua piccola patria, in
cui ha elaborato la sua stessa identità e il suo universo storico e
culturale.