Ieri ufficialmente è stato dato il via all’apertura delle iscrizioni per un workshop di alto livello per gli appassionati d’arte contemporanea. Si tratta di un corso avanzato, quello degli artisti e tutor, di richiamo internazionale, Stefano Arienti e Giuseppe Pietroniro, titolato “ritratto a mano”. Nei giorni che vanno dal 22 al 27 luglio, i selezionati, secondo il bando vigente e reperibile sul blog ritrattoamano.blogspot.it, potranno cimentarsi con le loro abilità artistiche e sensoriali.
Lo scopo del laboratorio, curato da Angelo Bucciacchio, in collaborazione con l’Associazione Re.Te, è infatti proprio quello di mettersi alla prova con la rappresentazione di sé attraverso le forme comunicative dell’arte contemporanea. La materia è il mezzo attraverso il quale esprimersi. La carta, sarà il materiale da trasformare liberando i propri sensi, soprattutto quello tattile, che va ad unirsi all’esperienza che va affinandosi.
Elementi come creatività, esperienze di vita, sensorialità, manualità, fondamentali per un artista, andranno ad intrecciarsi nell’essere di ogni partecipante e che verranno liberati gradualmente mentre l’opera va prendendo forma.
La location del workshop contribuirà ad ispirare l’estro degli artisti. Sarà l’ex convento delle Clarisse di Caramanico Terme (PE) ad accoglierli e ospitarli durante i tre giorni, un’antica struttura immersa nel cuore della natura del Parco Nazionale della Majella. La convivialità e la disponibilità dei componenti dell’associazione Re.Te, che gestiscono la struttura, contribuirà poi a passare dei piacevoli momenti, tra risate, chiacchiere, un bicchiere di vino e buona musica.
Il limite massimo dei partecipanti al gruppo di lavoro è di 20, selezionati da un’apposita commissione il cui giudizio è insindacabile, inoltre, il termine della presentazione delle domande è fissato per il prossimo 20 giugno.
Per ulteriori informazioni è preferibile consultare il bando oppure scrive all’indirizzo e-mail ritratto.a.mano@gmail.com o telefonare ai numeri 320 8342716, 333 1230817.
STEFANO ARIENTI
La ricerca di Stefano Arienti affronta molti dei temi legati al complesso “sistema della visione” nella convinzione che la pratica artistica possa contribuire a risvegliare le percezioni sopite dalla sovraesposizione agli stimoli a cui siamo sottoposti. In tal modo si rivolge allo spettatore coinvolgendolo in un processo mentale indipendente, critico e consapevole. Arienti utilizza e manipola materiali di uso comune sperimentando ed elaborando di volta in volta tecniche e metodologie inedite. Piegando, traforando o bruciando la carta, cancellando testi ed immagini, ricalcando stoffe e fotografie, l’artista lascia entrare il pubblico nel suo mondo dominato da atti apparentemente ripetitivi, gesti ludici presi in prestito dai bambini, dalla leggerezza e dal gioco. La sua indagine investe anche il materiale e le tecniche attraverso i quali le immagini sono costruite e presentate. Così un libro può essere trasformato in un volume plastico, un fumetto in un cilindro, un disegno può recuperare la forma plastica che prima, in quanto disegno, mimava.
GIUSEPPE PIETRONIRO
Giuseppe Pietroniro indaga continuamente il senso del limite, categoria connaturata all’uomo e al tempo. Limite della visione, limite dello spazio, limite della relazione tra uomo e uomo. Il valore aggiunto della sua ricerca consiste nella capacità di Pietroniro di raccontare una dimensione filosofica ed esistenziale attraverso l’uso di oggetti quotidiani, sapientemente modificati per creare illusioni ottiche e artifici formali. La sua formazione gli ha permesso di maturare la giusta distanza intellettuale tra idea e forma per elaborare opere che giocano con il doppio. Si muove attraverso diversi linguaggi espressivi: dall’installazione alla fotografia, al disegno. Nel suo lavoro l’artista sintetizza, in maniera sottile e consapevole, elementi che provengono da differenti tradizioni, dal minimalismo americano all’arte povera, dagli esperimenti concettuali fino ad una forma di post moderno. Sempre centrale alla sua produzione artistica è la riflessione sullo spazio, sul vuoto e su come i luoghi abbiano il potere di trasformare chi li abita o li attraversa.