Insieme a due amici ho deciso di trascorrere qualche giorno al Gargano per visitare i trabucchi e la foresta umbra. Ero al corrente che purtroppo le giornate sarebbero state piovose, ma non avevo altra scelta per la data.
Sono partito il primo maggio da Chieti e la visita al Santuario di San Pio a San Giovanni Rotondo FG progettata dal noto architetto Renzo Piano e consacrata il primo luglio 2004, dopo circa dieci anni di lavori, era d’obbligo.
Nel vedere questo santuario che non ha niente che possa farlo somigliare ad una chiesa, sono rimasto senza parole, amareggiato, deluso.
Certamente l’architettura moderna può non piacere, ma utilizzarla per una chiesa, un luogo di culto, non può essere accettata. Il credente vuole trovare un luogo dove poter pregare, ma senza sfarzosità, che padre Pio ha sempre rifiutato. Vedere questo capannone verde semicurvo, mi è sembrato più una rimessa di aerei, un garage, un circo, con porte senza significato, in metallo. Sarò tradizionalista, ma la chiesa si riconosce dal campanile con l’orologio, la croce, le campane e dal corpo centrale secondo i vari stili, modelli, un’estetica collaudata, con un grande portone e l’interno con navate, cappelle, altari. Tutto questo manca. Il campanile è orizzontale ed è costituito da otto campane. Sulla chiesa non c’è la croce, ma c’è una grande croce posta sul sagrato, se così si può chiamare. L’altare, i confessionali, le cappelle, tutto in stile moderno e la “cappella eucaristica” dove i fedeli si inginocchiano per pregare ed adorare il santissimo sacramento, è un piccolo locale dove possono trovare posto nei banchi,poche persone. E i servizi igienici…?
Quattro per le donne ed otto per gli uomini, perché ci sono anche quattro orinatoi a muro. I tempi di attesa?Lunghissimi,ma è stato previsto una sala di attesa con sedie, quindi pazientemente bisogna aspettare nella speranza che non sia urgente.
Questa pseudo chiesa non concilia la preghiera. In fila, arrivo all’urna per vedere il santo, Padre Pio. Sarà stata una suggestione, mi è sembrato che si muoveva, si rivoltava nella bara, sono certo che non ha accettato questa nuova collocazione. Io riporterei Padre Pio alla vecchia chiesa, dove c’è pace, silenzio, concentrazione.
Molte persone con le quali ho parlato, sia in loco che durante il mio viaggio, sono d’accordo con le mie critiche, sin dall’inizio della costruzione della Chiesa.
Molti sono stati i commenti negativi, specialmente per l’ingente impegno economico, contrastanti con le regole della povertà francescana.
Sono uscito da questa pseudo chiesa…“sfastidiato” e mi sono diretto verso Monte Sant’angelo.
Monte Sant’angelo FGè importante per il santuario di San Michele Arcangelo, (patrimonio UNESCO) e la grotta dell’apparizione, dove si trova un altare e una statua raffigurante l’arcangelo.
Causa pioggia, non ho visitato le tante opportunità culturali che la città offre ed ho proseguito il viaggio per Vieste.
Il territorio che ho attraversato è compreso nel Parco Nazionale del Gargano dove è situata parte della Foresta Umbra, area naturale protetta. Il suo nome ha origine dal fatto che la foresta è ombrosa…, cupa, “Umbra”.
Il Gargano era un’isola ricoperta completamente da foreste che si congiunse con la terraferma, formando il famoso “sperone d’Italia“. È il promontorio più grande di tutta la penisola italiana.
Sono arrivato a Vieste, che vuole dire “fuoco” ed è associato alla dea del focolare Vesta,nelle prime ore pomeridiane ed ho alloggiato presso l’albergo Bikini, che si trova nell’immediata vicinanza della spiaggia del Pizzomunno. Il personale dell’albergo mi ha offerto un lodevole confort, pulizia e meravigliosa accoglienza ad un prezzo molto onesto.
Lo chef ha preparato piatti a base di pesce con una cucina molto leggera. E’ riuscito a valorizzare i pesci che costano poco con una preparazione che ha esaltato il piatto.
Sistemati i bagagli, ho approfittato che era ancora giorno, per fare una passeggiata sulla spiaggia di Pizzomunno.
Il famoso monolite del Pizzomunno,dalla forma falloidale alto 25 metri , ha una bella leggenda simile a tante altre , per l’ amore sofferto di due giovani sfortunati. Pizzomunno era un giovane pescatore, innamorato di una meravigliosa ragazza di nome Cristalda. Il ragazzo ogni giorno affrontava il mare per raggiungere la sua amata, ma puntualmente le sirene, creature marine, emergevano dalle acque cantando melodie d’amore per attirare l’attenzione di Pizzomunno.
La gelosia delle perfide sirene, separarono questi due innamorati.Cristalda fu rapita e portata in fondo al mare e Pizzomunno, per il dolore, fu trasformato nel monolite pietrificato che si ammira ora.
La leggenda continua, narrando che ogni cento anni, in una notte di luna piena, i due giovani innamorati riprendono vita per incontrarsi di nuovo e vivere il loro sogno d’amore.
Ho camminato per un paio di ore su questa spiaggia per rientrare in albergo che era ormai sera.
Il mattino successivo, 2 Maggio, anche se le previsioni meteo annunciavano pioggia, ho gradito fare il GIRO DEI TRABUCCHI, da Santa Maria di Merino a Vieste, circa 10 KM .
La città di Merino è conosciuta perché Papa Celestino V, Pietro da Morrone, venne catturato presso la chiesa, oggi Santuario di Santa Maria e fatto prigioniero da Guglielmo Stendardo II per volere di Papa Bonifacio VIII. Il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel corso di un concistoro, rinunciò al pontificato, (…che fece per viltade il gran rifiuto…).
Il Santuario di Santa Maria di Merino è l’unica traccia tangibile che resta dell’antica città di Merino.La statua lignea di Santa Maria di Merino ha consentito a mantenere viva la memoria di questo antico borgo. La leggenda racconta chela statua fosse stata ritrovata da alcuni marinai su una spiaggia di questa zona ed in suo onore venne edificata una chiesetta proprio nel luogo dove la statua era stata ritrovata. La statua, pur se venne successivamente spostata in una Cappella all’interno della Cattedrale di Vieste, aumentò il legame spirituale tra gli abitanti di Vieste e questo luogo. Tale legame è rimasto vivo nei secoli, e tutt’oggi la Festa in onore di S. Maria di Merino è uno degli eventi più importanti della città di Vieste.
Ho iniziato la mia escursione e mi ha da subito coinvolto, il rumore delle onde che siinfrangevano sugli scogli, il colore turchese del mare, la folta macchia mediterranea, i promontori, i gabbiani, il silenzio, la convessità della costa, i promontori, i trabucchi che mi hanno regalato uno spettacolo indimenticabile.
Il trabucco garganico è localizzato tra Vieste e Peschici. E’fermamente ancorato sugli scogli con grossi tronchi secolari di pini d’Aleppo. Queste costruzioni sono costituite da un piano di tavole al centro del quale sorge il casotto, dove il pescatore si porta di primo mattino e attende di recuperare la rete con i pesci, manovrando l’argano rotante. Con un rapido movimento, l’argano viene fatto girare per riavvolgere le corde collegate ai quattro angoli della rete e in pochi istanti, riemerge il pescato.
Dal casotto si protendono verso il mare quattro lunghe antenneche sorreggono una grandissima rete mediante dei canapi ad esso legati che viene adagiata sul fondo del mare.Il nome di tale rete dove cade il pesce, si chiama trabocchetto.
In questa struttura da pesca dell’Adriatico Garganico ci lavorano normalmente quattro pescatori, i trabuccolanti. Duedi loro sono preposti alla manovra dell’argano, il lavoro più pesante, che consente di calare in mare la rete e poi di ritirarla fuori dell’acqua. Uno è addetto all’avvistamento dei banchi di pesce. Uno si occupa di dare i comandi e di scegliere i tempi per l’effettuazione delle varie manovre. Un’organizzazione perfetta.
La diversità dei “trabucchi del Gargano” dai “trabocchi abruzzesi” è dovuto alla morfologia delle due coste. I trabocchi abruzzesisono collocati direttamente sulla costa, dove l’acqua è meno profonda e alla quale sono collegati con un ponticello di legno, inoltre sfrutta un sistema di pesca chiamato “a bilancia”.
Le bilance hanno un solo argano, la rete è molto più piccola di quella dei trabucchi garganici. Altra caratteristica che differenzia le due tipologie è la lunghezza ed il numero delle antenne, nei trabocchi sono due.
I trabocchi della costa abruzzese sono tutti funzionanti, la maggior parte come ristoranti.
I trabucchi nel Garganosono stati inseriti nella categoria del patrimonio del Parco Nazionale e quindi sono attentamente tutelati. Invece…!
Incredulo, ho constatato lo stato di abbandono di questi trabucchi. Funi spezzate, legno fradicio, pali cadenti, l’interno…, un insieme di cose buttate.
Mi sono informato e sono venuto a conoscenza che sui Trabucchi del Gargano ci sono ricorsi, contestazioni,cause, sentenze del Tar, fra associazioni ed istituzioni, da tanti anni e tutto questo danneggia il patrimonio.
Penso che, conoscendo i tempi lunghi per la pronuncia del giudizio, questi trabucchi avranno vita brevissima.
Peccato!Da subito bisognerebbe provvedere al recupero, valorizzazione, mantenimento e ricostruzione dei trabucchi con annessi manufatti e alla tutela delle aree circostanti.
Sono convinto che occorre una sinergia fra pubblico e privato affinché i trabucchi possano essere effettivamente tutelati come bene storico, culturale e paesaggistico.
Mentre sto scrivendo, un’agenzia di stampa comunica che…,Domenica 11 maggio “La gazzetta del mezzogiorno”, Messi in salvo a Vieste dieci trabucchi storici di GIANNI SOLLITTO …, Dopo la consegna ufficiale al sindaco di Vieste, da parte della capitaneria di porto di Manfredonia, del titolo di legittimità dei dieci trabucchi storici disseminati lungo la costa viestana (Santa Croce, San Francesco, Ripa Chianchitto, San Lorenzo, Punta Lunga, Torre Porticello, Chianca, Punta della Testa, Porticello, Molinella),la giunta municipale, con propria deliberazione, ha deciso di coinvolgere direttamente nella gestione e manutenzione delle strutture le due associazioni costituitesi negli anni scorsi, vale a dire “ La Rinascita dei Trabucchi Storici” e “Il Trabucco garganico”.
Questa notizia soddisfa la mia riflessione. Ora bisogna solo collaborare e lavorare!
Altro elemento fondamentale che fa parte del paesaggio garganico, sono la presenza di numerose Torri di avvistamento, costruite al fine di difendere il territorio dalle invasioni turche. Le torri erano localizzate ad una determinata distanza l’una dall’altra in modo da consentire l’avvistamento di nemici e poter subito dare l’allarme attraverso segnali visivi, fuochi, rumori con campane, altro.
Queste torri hanno per lo più piccole dimensioni e sono formate da un unico ambiente sopraelevato rispetto al terreno per motivi di difesa. L’ingresso è sul lato monti. Le torri sono prive di decorazioni ed hanno un’altezza intorno ai dodici metri.
Le torri hanno più o meno tutte la stessa forma quadrangolare, a piramide tronca, e le loro pareti sono leggermente inclinate. L’ingresso avveniva tramite scale in legno che all’occorrenza venivano ritirate, per non consentire l’accesso. Alcune di queste torri sono ancora oggi ben conservate, altre invece, adattate agli agenti atmosferici, si sono parzialmente danneggiate.
I trabucchi che ho visitato, che ho documentato con enorme difficoltà, in assenza di un qualsiasi pezzo di carta che indicasse il nome, sono: il trabucco Tufara o di Torre Porticello – il trabucco di Molinella la cui la costa assomiglia alla cresta di un gallo, molto frastagliata, forse la più bella – il Trabucco di Punta Lunga – il Trabucco S. Lorenzo (Sulla punta di San Lorenzo è sita l’omonima Chiesa rupestre del X – XII sec.) – il Trabucco di San Francesco, sull’omonima punta, che è il più antico Trabucco, a Vieste.
Arrivato a Vieste dopo quattro ore,ho approfittato per visitare la città alta.
Vieste basa la sua economia sull’industria turistica, possiede, infatti, un gran numero di strutture ricettive. Una parte importante la svolgono l’artigianato e tutte le attività marinare. Il centro storico di Vieste è estremamente suggestivo per le sue stradine strette e sinuose, talvolta congiunte da archi ed è reso caratteristico dalle sue case bianche e le scalinate.Luoghi di interesse sono il Castello, che venne fatto costruire da Federico II di Svevia e che domina Vieste dall’alto,residenza della marina militare e quindi…non si può visitare. La cattedrale è dedicata alla Madonna dell’Assunta,conclamata nel 1981, da Giovanni Paolo II, a “Basilica Minore”. E’ costruita in una delle zone più alte di Vieste. La chiesa in stile romanico pugliese si riconosce in perfetta armonia con il campanile, non particolarmente slanciato, ma sapientemente progettato in stile barocco. L’interno della Basilica a tre navate, reca tracce di continui adattamenti sovrapposti nel corso dei secoli. Della struttura originaria medievale rimane pochissimo.Il 31 maggio 1646 ci fu un terremoto paragonato al decimo grado della scala Mercalli. Crollarono tutte le case tra il Castello e la Cattedrale.Anche il campanile, la facciata centrale con tutta la volta, la navata di sinistra, dove ora c’è la cappella di Santa Maria di Merino e quella attigua, parte della navata di destra con la cappella del Battistero.Ha resistito al terremoto la parte centrale della facciata a nord, dove si trova l’ingresso laterale e l’unica monofora originaria che arricchisce col suo fine ricamo la Cattedrale . Lo splendido soffitto di legno è dipinto con la tecnica della tempera, d’impronta barocca napoletana, è stato aggiunto in un secondo tempo. In questo soffitto si possono ammirare, armoniosamente incastonate, tre maestose tele, che ritraggono la Madonna Assunta , a cui è dedicata la Chiesa , San Giorgio, patrono di Vieste, e San Michele Arcangelo, protettore del Gargano.
La Festa in onore di S. Maria di Merino, la protettrice di Vieste, è uno degli eventi più importanti della città di Vieste. Che si festeggia il nove maggio.
Durante la Festa , la statua viene portata in processione sulle spalle, dalla Cattedrale di Vieste fino al Santuario di Santa Maria di Merino, la distanza è circa dieci chilometri. Da notare che il trono sul quale la Madonna viene trasportata, è predisposto in modo che la statua, durante la processione, rivolge lo sguardo verso i due lati della strada, all’andata il mare, ed al ritorno i campi. Il Mare e la Terra , infatti, sono le principali risorse degli abitanti di Vieste, che la Madonna benedirà e proteggerà con il suo sguardo.
Bellissima ed intensa giornata conclusa con un’ottima cena a base di pesce.
Il 3 maggio, ancora previsioni pessime, tanta pioggia, però non mi sono fermato e sono partito da Vieste, direzione Peschici.
Il nome Peschici, anch’essa città turistica, è probabilmente di origine slava, indica un suolo sabbioso.
Ho preferito non passeggiare per la città perché per tornare a Chieti, in itinere, avevo programmato altre opportunità da conoscere, per cui sono andato sulpiccolo promontorio roccioso di Punta S. Nicola per visitare i due trabucchi dominanti la spiaggia, San Nicola e Manaccora, distanti circa seicento metri.
Il trabucco San Nicola con i suoi pali rivolti verso il mare è uno dei pochi ancora in attività, adiacente ad un ristorante .
Punta S. Nicola è anche un ottimo punto panoramico che consente di osservare il versante orientale dell’abitato di Peschici, le sottostanti baie e la vicina Punta di Manaccora, famosa per i suoi ritrovamenti archeologici, le falesie e le grotte marine che si affacciano sulla spiaggia.
E’ stato interessante raggiungere il trabucco Manaccora procedendo su un facile traverso su placca.
Il tempo trascorre veloce, devo tornare in macchina e proseguire verso Vico del Gargano dove esiste un leccio monumentale davanti la chiesa dei cappuccini. L’altezza è di 17 metri e la circonferenza del tronco è di circa 5 metri.
A trapiantarlo nella sua attuale posizione fu fra Nicola intorno all’anno1700. Quindi più di 300 anni, ma non c’è documentazione storica.
Nel 1934, durante una tempesta, un grosso ramo cadde, lasciando un vuoto visibile ancora oggi. Da un terrazzo si ammira anche un bel panorama su Rodi, Peschici, la costiera del Gargano.
Soddisfatto di questa veloce visita, l’altra tappa è a San Nicandro Garganico dove esiste la Dolina carsica “Pozzatina”.
Dolina significa valle…, sono buche raggruppate in luoghi precisi delle montagne e colline. Ci sono varie forme di dolina, la Pozzatina ha una forma circolare che somiglia ad una bacinella, ad una conca chiusa.
Il termine carsismo indica l’attività chimica esercitata dall’acqua, soprattutto su rocce calcaree, sia di dissoluzione sia di precipitazione.
Pozzatinaè la seconda dolina più grande d’Europa e rappresenta uno dei fenomeni carsici più importanti d’Europa.Lunga oltre 650 metri , larga 400 metri e profonda intorno ai 100 metri . Il terreno della parte inferiore, di forma pseudo-circolare, è molto fertile ed è coltivato ad avena.
Le pareti sono intensamente verdi e ricoperte da una fitta vegetazione di lecci e querce. Una stretta mulattiera, permette di scendere fino in fondo all’anfiteatro naturale. Impossibile percorrerla perché resa molto scivolosa per la pioggia intensa.
Mi ha colpito la bellezza di un fiore che faceva capolino fra l’erba alta e bagnata, stava lì per farsi notare,…, alto una ventina di centimetri, di un abbagliante colore viola trasparente, ramificato, alla cui sommità c’era un fiocco.
Il suo nome è Lampascione, chiamato anche cipollaccio col fiocco o giacinto dal pennacchio.
In diverse interviste televisive, Renzo Abore ha sentenziato che…,“non sei di Foggia, se non conosci il lampascione”. I lampascioni vengono utilizzati in cucina come insalata, in aggiunta negli arrosti con le patate, per realizzare gustose frittate, conservati sott’olio, sott’aceto, bagnomaria. Ha anche proprietà diuretiche, lassative e disinfettanti intestinali. Non ho potuto coglierli per la pioggia a catinelle e per il terreno inzuppato. Peccato!
Ora, l’ultima destinazione è il ritorno a casa,Chieti, ma ancora rapidi sguardi al lago di Varano e al paludoso lago di Lesina, con un colore limaccioso e un forte puzzo di fogna.
Peccato per la foresta umbra che non ho potuto visitare, sarà per una prossima volta.
L’itinerario che avevo scelto era di partire da Monte Sacro e percorrere l’incantevole “sentiero delle Orchidee”, sono fiori dalle forme e colori meravigliosi.
Questo promontorio, il Gargano, è una località da tenere in evidenza. Il turista non si annoia, perché offre molti interessi per le coste,il mare,le colline, la flora, la fauna, la storia e la gastronomia.
Le foto sui link:
I TRABUCCHI
IL GARGANO
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