Ho sempre creduto che la differenza tra arrogante e arrabbiato sia dettata dall’educazione.
Gianluca Pomante usa una giostra di parole, un panegirico encomiastico per illuminare con un occhio di bue se stesso e la sua ombra.
L’educazione vuole che in un dibattito politico ci sia il rispetto per le figure istituzionali presenti, in nome di quell’alto valore democratico che si dovrà rappresentare una volta eletti.
L’educazione si esprime attraverso la parola e la mimica facciale, facendo coincidere il sorriso e la gentilezza dei modi all’espressione del viso.
L’educazione è una manifestazione politica che diventa sinonimo di forza, autorevolezza e bellezza.
L’educazione è preparazione culturale, del quotidiano, della società, lo stile che diventa programma.
L’educazione è partecipare a una trasmissione elettorale in casa Rai senza citare improbabili battute volgari e attendersi una sonora risata.
L’educazione rifugge le ultime parole per strillare la propria debolezza.
L’educazione alla politica è pensare al bene comune e non al proprio culto e al proprio ego smisurato.
L’educazione chiede che quando si decide di offendere qualcuno con delle battute insulse si abbia il coraggio di farlo quando l’offeso possa replicare.
Pomante è di se stesso arrogante amante.
La Ragione arrogata sarà presto naufragata.
Finalmente “Titanic” Pomante il 25 Maggio a Teramo.
Berardo Rabbuffo