Teramo e Provincia

Teramo. MOGOL la Parola nella canzone introduce Paolo De Bernardin giornalista

PERSONAGGI

In collaborazione con  Università degli Studi di Teramo

 

Giovedì 15 maggio

Università degli Studi di Teramo – Facoltà Scienze della Comunicazione ∙ Aula Tesi

ore 18,00

MOGOL

la Parola nella canzone

introduce Paolo De Bernardin giornalista

Se c’è un termine riduttivo per condensare l’arte della parola usata nelle canzoni di Giulio Rapetti, (è il nome all’anagrafe di Mogol), questo è paroliere. Senza offesa per questo nobile mestiere, quello di Mogol si sottrae a questa definizione per incarnare una geniale architettura moderna che, nel tempo e con l’esperienza della vita, si è modificata nella struttura e nella conformazione, a partire dai giorni della vittoria a Sanremo nel 1961 con Al di là,  portata al successo da Luciano Tajoli. A 25 anni Giulio Rapetti era già sulle orme di suo padre Mariano, autore di splendide canzoni con lo pseudonimo di Calibi (bel “vizio” di famiglia il gioco dell’alias se poi anche Alfredo, figlio di Mogol, firmerà con Cheope le sue canzoni) e al suo fianco aveva imparato a conoscere il mestiere dell’editore e a sviscerare il mondo della canzone che in seguito lo porterà a fondare l’etichetta Numero Uno e, anni dopo, il CET, Centro Europeo di Toscolano, in Umbria, nato per l’insegnamento dell’artigianato della musica. E’ pressoché impensabile trascrivere l’elenco completo dei suoi lavori ma già prima dell’incontro con Lucio Battisti – uno dei matrimoni artistici più riusciti della storia della musica italiana moderna – Mogol era popolarissimo, grazie alle decine di successi internazionali che aveva adattato dall’inglese per la nostra lingua. Fu in realtà Una lacrima sul viso,  un brano di Bobby Solo, che lo proiettò a vendite stratosferiche proprio nell’anno in cui avvenne l’incontro con Lucio Battisti. Le parole di quelle canzoni nate dall’esperienza della vita sono entrate nel linguaggio e nell’immaginario popolare divenendo aforismi e parole rubate da pubblicità e titoli di giornali. Parole che hanno indossato spesso i colori della poesia per un uomo “esagerato dentro e fuori schivo”. Nel 2006 Giulio Rapetti ha pubblicato per Mondadori un piccolo volume intitolato Le ciliegie di Mogol, un album di parole, di bigliettini, di aforismi, di sentenze che si colgono dall’albero del cuore e si assaporano, una dietro l’altra, gustandone tutto il profumo e traducendolo in emozione. Quello stesso folle sentimento che la vita, tra pioggia e sole, gli ha regalato ogni giorno.Paolo De Bernardin

Biografia

Giulio Rapetti  è l’autore italiano da tutti conosciuto semplicemente come Mogol. La scrittura delle canzoni – come ama dire – per lui è parte della propria vita, fatta sempre di nuovi progetti (come quello di scrivere un’opera lirica insieme a Gianni Bella), impegno sociale, amori familiari, sport – su tutti il calcio e l’equitazione – viaggi mediterranei, incontri amichevoli, cose semplici.
Dal primo Festival di Sanremo vinto con la sua Al di là da Luciano Tajoli fino al recente evergreen L’emozione non ha voce (una delle più grandi hit di Adriano Celentano) Mogol, ha da poco festeggiato 50 anni di successi (oggi, spettacolo itinerante).

Mogol è spesso ricordato per il lungo e fortunato sodalizio con Lucio Battisti. Ma il suo contributo alla cultura italiana attraverso la musica pop è stato decisamente molto più ampio. Infatti, dai primissimi anni ’60 a tutt’oggi, vanta oltre millecinquecento canzoni pubblicate e grandissime collaborazioni.
Ha inoltre condiviso la sua creatività con moltissimi artisti, fra cui Tony Renis, Gianni Bella, Morandi, Cocciante, Mango, Mina, Vanoni, Minghi; ma anche,Patty Pravo, Bruno Lauzi, Equipe 84, Dik Dik, PFM, Bobby Solo, Umberto Tozzi; e persino Luigi Tenco, Renato Zero, Gigi D’Alessio, Rino Gaetano. 
Oltre ad aver in passato fondato una propria casa discografica – la mitica Numero Uno di Battisti, Formula 3 e tanti altri – è anche il primo e unico autore nella storia a firmare un album in copertina insieme agli interpreti (Mogol/Audio 2), nonché l’unico autore ad avere avuto il piacere e l’onore di consegnare un premio che porta il suo nome, da lui stesso presieduto e istituito – in collaborazione con la Regione Val d’Aosta – dedicato ai migliori testi per canzoni pop. Premio vinto, fra gli altri, da Jovanotti.
Nei suoi testi, la vita delle emozioni quotidiane, la verità dei sentimenti, la consapevolezza di un uomo comune che ha saputo ricercare dentro di sé la verità – anche la più scomoda da dire – contribuendo con la sua poesia a trasformare la cultura popolare italiana degli ultimi 50 anni, lasciando un segno profondo nella vita di ognuno di noi.

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