Diteci che città è questa, dove politici di primo piano, in spregio a precise e chiarissime norme di legge e nonostante una circolare prefettizia ed una denuncia pubblica del Movimento 5 Stelle, continuano ad esibire i loro faccioni sulle vetrine delle sedi elettorali.
Diteci cosa ne è stato dell’Abruzzo “forte e gentile” se il Presidente della Regione uscente, Giovanni Chiodi e il relativo Assessore alle Politiche attive del lavoro, Paolo Gatti, fanno mostra di sé in formato gigante rispettivamente nella sede elettorale e su una vetrina del centro cittadino.
Diteci che città è Teramo, in cui l’ex Assessore Rudy Di Stefano, tanto ligio nel cacciare il Movimento 5 Stelle da una sede comunale reo di aver affisso il proprio contrassegno sulla porta di ingresso, si guarda bene dallo sfrattare il suo faccione (e quello del già detto Gatti) dai vetri della sede elettorale: imperituro esempio di coerenza…
Diteci che posto è questo, in cui spuntano dalle viscere della politica nuove inquietanti icone dei nostri tempi: i faccioni mascherati, come il novello Clarke Kent Giorgio D’Ignazio, che nasconde la propria identità dietro pecette formato mignon incastonate nelle fessure degli occhi, richiamando involontariamente immagini da film di terza serata.
Diteci come questa gente, tanto scrupolosa e sfacciata nella violazione di una legge dello Stato, possa aver amministrato ed ancora amministrare le più alte Istituzioni regionali e cittadine.
Diteci infine come si giustifica il comportamento del Comandante della Polizia Municipale, che di fronte ad una conclamata e denunciata violazione, invece di applicare la legge, lancia un avvertimento agli astanti invitandoli a rimuovere i loro manifesti ed annunciando controlli. Chiediamo al signore di cui sopra se analoga benevolenza venga riservata agli automobilisti colti in infrazione.
Il 25 maggio i cittadini teramani daranno la risposta a queste domande.
Ufficio Stampa – MoVimento 5 Stelle Teramo