SOCIALE. CALO NASCITE, BRAMBILLA: “SOSTANZIALE FALLIMENTO DEL NOSTRO WELFARE, RESTITUIRE RISORSE E SPERANZA AI GIOVANI”
“La denatalità non è dovuta soltanto alla crisi economica, ma al sostanziale fallimento del nostro welfare o quantomeno dei capitoli relativi alle politiche per la famiglia, per l’infanzia e per i giovani. E l’unica risposta davvero efficace sarebbe una svolta culturale ancor prima che finanziaria. Occorre capire che i soldi spesi per sostenere i nuclei familiari e i più piccoli non sono un puro costo, ma un investimento per il futuro, e di conseguenza riportare i fondi sociali, fortemente depauperati negli ultimi anni, almeno al livello medio del 2009”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, commentando i dati del bilancio demografico Istat.
“Francamente – sottolinea la parlamentare di Fi – non può stupire nessuno che l’Istat abbia registrato l’anno scorso, nel nostro Paese, ventimila nati in meno rispetto al 2012 e il saldo naturale tra nascite e morti più basso di sempre, a conferma di una tendenza alla diminuzione delle nascite già osservata dal 2009 in poi. Spiegare il fenomeno con la sfavorevole congiuntura economica è giusto, ma anche troppo facile e troppo comodo. I dati sulla spesa sociale, direttamente o indirettamente riferita all’infanzia, ai giovani e alla famiglia, sono in costante ribasso da anni a tutti i livelli, anche perché si continua a considerare questa forma di investimento sociale un puro “costo” da contenere, come tutti gli altri. Ne derivano una riduzione dei servizi, l’abbassamento degli standard qualitativi, la perdita di opportunità e quindi, in un quadro economico oggettivamente difficile, una disponibilità sempre minore ad assumersi il “rischio” di formare una famiglia”.
“Questo andamento di fondo – prosegue la presidente – si può contrastare solo con una netta svolta, culturale ancor prima che finanziaria: bisogna capire che i soldi spesi per la famiglia, per i bambini, per gli adolescenti e per i giovani sono soldi spesi per il nostro futuro. Quantomeno sarebbe necessario riportare mediamente al livello del 2009 tutti i fondi che oggi alimentano (si fa per dire) queste politiche e prevedere un piano straordinario per contrastare la denatalità e fenomeni in preoccupante aumento come la povertà minorile”.