Ianna COMUNE DI APPIGNANO DEL TRONTO
PROVINCIA DI ASCOLI PICENO
Sindaco- Maria Nazzarena Agostini
Data 30/07/2014
Trasmessa mezzo pec
Alle 662 amministrazioni pubbliche che hanno ottenuto i
finanziamenti per l’edilizia scolastica previsti dall’art. 18 ,commi 8-
sexies, del decreto legge n. 69 del 2013, c.d. decreto del Fare
Indirizzi pec
Al Presidente Del Consiglio dei Ministri
Matteo Renzi
centromessaggi@governo.it
Al Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca
Stefania Giannini
uffgabinetto@postacert.istruzione.it
Al Dirigente del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca
Simona Montesarchio
uffgabinetto@postacert.istruzione.it
Al Ministro dell’ Economia e Finanze
Pier Carlo Padoan
urp.economiaefinanze@pec.mef.gov.it
Al Ministro degli Affari Regionali ed Autonomie
Maria Carmela Lanzetta
affariregionali@pec.governo.it
Al Presidente della Regione Marche
Gianmario Spacca
gabinettopresidente.regione.marche@emarche.it
All’Assessore regionale all’edilizia Scolastica
Antonio Canzian
regione.marche.protocollogiunta@emarche.it
All’UPI
upi@messaggipec.it
All’Anci
Agli organi di stampa
OGGETTO: Segnalazione gravissima situazione finanziamenti per l’edilizia
scolastica (art. 18, commi 8-sexies, del decreto legge n. 69 del 2013, c.d. decreto del
Fare).
Nella mia qualità di Sindaco ho avvertito l’impellente necessità di rendere pubblica
questa lettera di denuncia per portare a conoscenza degli altri amministratori del territorio
nazionale e, più in generale, dell’opinione pubblica tutta, l’assurda e grottesca situazione
che si sta determinando in merito al programma di finanziamento dell’edilizia scolastica
previsto dal c.d. decreto del Fare che, se verrà attuato nelle modalità annunciate,
porterebbe tutti gli enti beneficiari dei finanziamenti ad una gravissima situazione di
disavanzo finanziario.
Come noto, con il decreto numero 906 del 5 novembre 2013 (pubblicato nella gazzetta
ufficiale n. 289 del 10 dicembre 2013), 662 enti locali italiani sono risultati assegnatari dei
finanziamenti per l’edilizia scolastica per importi stabiliti dalle regioni e riportati nella tabella
1 allegata al decreto. Va sottolineato che il suddetto decreto imponeva, pena la revoca del
finanziamento stesso, l’affidamento dei lavori entro il 28 febbraio 2014.
Nel caso del comune che amministro, a fronte di 293mila Euro previsti nel progetto, i
fondi effettivamente assegnati dal finanziamento governativo sono risultati essere di poco
superiori ai 291mila Euro, in grado dunque di coprire la quasi totalità dei lavori e delle
somme preventivate (Iva, spese tecniche ecc.), ad esclusione degli imprevisti.
Per dare seguito alle prescrizioni del decreto, l’ufficio tecnico del Comune, composto da
una sola persona, ha espletato una regolare gara d’appalto, affidato incarichi professionali,
stipulato un contratto e disposto l’esecuzione dei lavori che, dovendo la scuola riaprire il
primo settembre, sono in via di ultimazione.
Non ricevendo l’erogazione del contributo all’affidamento dei lavori, così come previsto
dall’art. 3 del DM 906/2013, il 24 luglio, il tecnico comunale ha contattato telefonicamente
l’Ufficio di gabinetto del MIUR. A seguito di tale colloquio il Comune ha ricevuto una
comunicazione, via PEC, nella quale venivano richieste alcune informazioni tra le quali
l’ammontare del ribasso della gara d’appalto, l’importo di aggiudicazione e l’importo
contrattuale comprensivo degli oneri per la sicurezza. Non comprendendo le finalità di tale
richiesta, in quanto il decreto finanziava, oltre ai lavori, anche le somme a disposizione
previste nel quadro economico, il tecnico comunale ha nuovamente contattato l’ufficio di
gabinetto del MIUR.
La risposta ricevuta è stata per noi sconcertante perché, oltre che violare tutte le
norme che fino ad oggi hanno regolato le erogazioni dei contributi attraverso bandi
pubblici, stravolge qualsiasi principio base di uno stato di diritto.
Per farla breve, il funzionario del MIUR ha dichiarato che verrà erogato agli enti
beneficiari solo l’importo contrattuale comprensivo degli oneri per la sicurezza, escludendo
l’Iva e tutte le altre somme a disposizione previste nel progetto esecutivo a base del
finanziamento.
Nel caso del mio Comune questa scelta determina un disavanzo di bilancio pari a
circa 130mila Euro.
Prima del 28 febbraio, data imposta per l’affidamento dei lavori pena l’esclusione dal
finanziamento, non c’è stata nessuna comunicazione da parte del Ministero che smentisse
o revocasse quanto stabilito dal decreto 906, nessun decreto o provvedimento
amministrativo. Dal 28 febbraio ad oggi abbiamo ricevuto solo una richiesta di
informazioni.
Mi auguro che le notizie che ci sono state annunciate, e di cui abbiamo chiesto più volte
conferma, possano essere frutto di un fraintendimento o di scelte errate tuttavia ancora
rimediabili ma, qualora corrispondessero alla realtà, le prime vittime di questa scelta
scellerata sarebbero le imprese ed i professionisti che, già provati dalla crisi economica,
vedrebbero la loro posizione ulteriormente peggiorata, questa volta per responsabilità del
governo.
Scrivo questa lettera oggi perché il MIUR ha ancora tutto il tempo di rivedere questa
assurda presa di posizione che porterebbe in disavanzo molti enti locali (gettandoli in una
situazione ancora più grave di quella che, finanziariamente, stanno vivendo), che
metterebbe in difficoltà diverse aziende, che produrrebbe moltissimi e motivati ricorsi
amministrativi.
Affinché tutto questo possa essere scongiurato, invito i Sindaci ed i Presidenti di
Provincia a far sentire alta la loro voce al fine di indurre il MIUR ed il Presidente del
Consiglio a rivedere le loro scelte. Gli enti beneficiari hanno diritto a vedersi erogata la
somma finanziata nella sua interezza, come stabilito dallo stesso decreto del governo.
Sono il Sindaco di un Comune virtuoso, che paga i propri fornitori in trenta, massimo
quaranta giorni, che non ha in corso contenzioni giudiziari, che ha un bilancio solido e
sano, che non ha mai dichiarato debiti fuori bilancio, che ha uffici competenti che lavorano
duramente per ottenere i finanziamenti, che non ha cellulari o macchine di servizio, che
non ha spese di rappresentanza, che è governato da amministratori che non ricevono
rimborsi di nessuna natura, che ha sempre lavorato duramente prestando la massima
attenzione anche al singolo centesimo di denaro pubblico speso.
Il denaro amministrato è il denaro di tutti. I miei convincimenti morali ed il mio
modo di amministrare non mi consentirebbero di accettare – in nessun caso – che
il comune che amministro, il Comune di Appignano del Tronto, finisca in disavanzo
per scelte scellerate compiute, non da me, ma dal governo. Per questa ragione,
qualora dovessi ritrovarmi, contro la mia volontà, in questa situazione, restituirei la
fascia da sindaco nelle mani del Presidente del Consiglio.
In quel caso toccherà al “Sindaco Renzi” guardare negli occhi il titolare e i dipendenti
delle aziende che hanno, con professionalità ed impegno, realizzato lavori di pubblica
utilità, il direttore dei lavori ed il coordinatore per la sicurezza, per comunicare loro che,
nonostante contratti stipulati sulla base di un decreto ministeriale, non potranno essere
pagati.